Coronavirus, molti abruzzesi di rientro dal Nord: sindaci in allarme

Coronavirus, molto abruzzesi di rientro dal Nord: sindaci in allarme
Coronavirus, molto abruzzesi di rientro dal Nord: sindaci in allarme
di Tito Di Persio
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Lunedì 24 Febbraio 2020, 11:38 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 10:59

Sono ore di preoccupazione per i sindaci della Val Vibrata, che chiedono l’attivazione di un tavolo tecnico in prefettura con la Asl di Teramo, su quelle che possono essere le dinamiche legate alla diffusione del Coronavirus. È stato segnalato l’arrivo di diverse persone, residenti al Nord, che in questi giorni hanno preferito ritornare nei loro paesi d’origine del Teramano. L’Abruzzo comunque, al momento, non presenta casi di contagio.

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Vogliono vederci chiaro i dodici sindaci dell’Unione dei Comuni della Val Vibrata. Il presidente Pietrangelo Panichi, primo cittadino di Ancarano, dice: «Pur evitando allarmismi che potrebbero spingere a comportamenti irrazionali, con i colleghi sindaci della Val Vibrata, ho avviato una richiesta al prefetto di Teramo e alla Asl di Teramo, per la convocazione di un tavolo tecnico finalizzato all’attività di prevenzione e informazione precauzionale. Nell’ordinanza del Ministero della Salute ci sono punti poco chiari - continua Panichi – L’articolo 1 cita testualmente: “È fatto obbligo alle autorità sanitarie territorialmente competenti di applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per 14 giorni, alle persone che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva Covid-19”. Dal momento che sul nostro territorio stanno rientrando persone che risiedono nel nord Italia e in Europa, la mia domanda è questa: come faranno le autorità a sapere se queste persone hanno avuto o meno contatto con una persona infetta? Il fatto che provengono da zone non sottoposte a quarantena di certo non è rassicurante dal momento che non riescono ancora a rintracciare il paziente zero. Mentre nell’articolo 2 “è fatto obbligo a tutte le persone che, negli ultimi 14 giorni, abbiano fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia, come identificate dall’Oms, di comunicare tale circostanza al dipartimento di prevenzione dell’Asl territorialmente competente”. Adesso, il pericolo non arriva solo dalla Cina dal momento che abbiamo due focolai attivi nel nord Italia. Perché non si adottano le stesse precauzioni per chi arriva dal Veneto e dalla Lombardia?» domanda Panichi.
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«Risulta utile compilare un quadro delle situazioni pre figurabili anche in virtù di un’analisi di riferimento indicativa - prosegue - le persone che hanno soggiornato in Cina, nei territori internazionali e nazionali dove si sono riscontrati focolai sono invitate a contattare i numeri suggeriti dal Ministero della Salute».

Eccoli: 1500 Ministero della Salute, 112, Asl Teramo 800090147.

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