Abruzzo, un nuovo virus: primo caso di Langya. Ecco cosa provoca

Abruzzo, un nuovo virus: primo caso di Langya. Ecco cosa provoca
Abruzzo, un nuovo virus: primo caso di Langya. Ecco cosa provoca
di Alessia Centi Pizzutilli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Agosto 2022, 08:01

Tornano a salire i decessi Covid in Abruzzo, ma diminuiscono ricoveri e tasso di positività: è questa la situazione che emerge dall’ultimo aggiornamento sull’andamento della pandemia. Il quadro dunque si conferma in chiaroscuro e sullo sfondo resta l'incognita di un possibile “effetto Ferragosto”, che potrebbe far crescere di nuovo i contagi: a fronte di un calo settimanale pari a -37% per i nuovi casi, si registra un aumento delle vittime che in sette giorni sfiora il +33%.

«Siamo in una fase di rallentamento della curva - spiega il dottor Alessandro Grimaldi, direttore di Malattie infettive dell’ospedale dell’Aquila - ma vengono eseguiti anche meno tamponi. Non sarà sempre così e un possibile effetto del Ferragosto lo vedremo tra qualche giorno. Quello che è evidente è che i decessi sono ancora alti e i più colpiti sono fragili e anziani». Ampliando lo sguardo sui diversi virus che circolano e preoccupano gli esperti, in Abruzzo al 17 agosto sono stati registrati 527.007 casi di Covid, 2 di Monkeypox (o vaiolo delle scimmie) e uno di febbre Dengue, o virus delle zanzare.

A questi ultimi si è aggiunto un nuovo virus apparso in Cina, che fa parte della famiglia dei paramyxovirus: il Langya, noto come LayV, considerato un “cugino” del Nipah e Hendra, che hanno una alta mortalità. In questa fase non vi è alcuna indicazione sul fatto che il virus possa diffondersi da uomo a uomo, ma alla luce delle esperienze passate e dei salti di specie sempre più frequenti non si può escludere. È evidente che l’uomo è sempre più esposto a virus, epidemie e pandemie, ma a cosa è dovuto questo fenomeno? «Deforestazione, cambiamenti climatici, aumento della popolazione, l’invasione umana di habitat naturali, tutti fattori che favoriscono il contatto con gli animali - precisa il dottor Grimaldi - e spingono animali selvatici a spostarsi in aree urbanizzate.

Dall'ultimo numero di Nature sembra poi sempre più accreditata l’ipotesi che la pandemia da Covid sia partita dal mercato di Wuhan, un wet market, e che si sia diffusa così rapidamente grazie a una serie di eventi di massa». La storia dell’uomo è caratterizzata da sempre da epidemie, nonostante l’avanzamento delle tecnologie e della farmaceutica, ma «il rischio è sempre più elevato, basti pensare che la globalizzazione oggi permette a un contagiato nel Sud-est asiatico di arrivare in Europa in poco tempo», aggiunge l’infettivologo.

Questi virus hanno spesso come vettore i pipistrelli, o animali selvatici, a conferma che il 70-75% dei virus sono antropozoonosi. I cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature possono favorire la trasmissione all’uomo attraverso alcuni tipi di zanzare; animali che prima difficilmente trovavano condizioni favorevoli per riprodursi e trasmettere il virus alle nostre latitudini. Grimaldi infatti spiega che ci sono stati già casi di Dengue in passato: «Abbiamo avuto qualche caso di importazione negli anni scorsi - prosegue - Come Dengue ci sono poi West Nile e Chikungunya, trasmessi sempre dalle zanzare. Al momento non si registra alcun allarme, ma più aumentano le devastazioni dell’ambiente e più il rischio sale», conclude. L’Abruzzo mantiene il primato italiano per incidenza, con 446 contagi per centomila abitanti: sono 1.308 i casi di Covid registrati ieri in Abruzzo, a fronte di 1.467 tamponi molecolari e 6.003 antigenici eseguiti, per un tasso di positività che scende al 17,51%. Il bilancio dei deceduti registra 5 nuovi casi e sale a 3.592. Gli attualmente positivi sono 25.191 (-323): 217 (+2) ricoverati in area medica e 8 in terapia intensiva. A livello provinciale sono 340 nel Teramano, 312 nel Chietino, 267 nel Pescarese e 257 nell’Aquilano. Alessia Centi Pizzutilli

© RIPRODUZIONE RISERVATA