6 aprile, 12 anni dopo/ I ritardi nelle pratiche e il rischio di una “coda”

L'interno del Municipio dell'Aquila dopo il sisma del 6 aprile
L'interno del Municipio dell'Aquila dopo il sisma del 6 aprile
di Daniela Rosone
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Lunedì 5 Aprile 2021, 00:38

L’AQUILA La ricostruzione. A 12 anni dal terremoto, in occasione del dodicesimo anniversario, è sempre tempo di fare dei bilanci in tal senso. Come è cambiata la vita degli aquilani, quali porzioni si sono riconquistate, quali rimangono off limits. Stessa cosa per i paesi. I numeri danno il senso della situazione e anche dei problemi. La ricostruzione, dietro ai palazzi ricostruiti o da ricostruire che si vedono, è fatta pure di schede. Complessivamente manca ormai pochissimo: 970 pratiche per poco più di un miliardo di euro. In 12 anni si conoscono ormai a menadito i termini: Sp1 e Sp2, vale a dire schede parametriche parte prima e seconda. Di Sp1 se ne devono terminare 184, di cui 142 sono in attesa delle integrazioni dei tecnici, 42 si stanno lavorando. Per le Sp2 si è in attesa di 498 schede i cui tempi sono scaduti anche da molti mesi per un importo pari a oltre 512 milioni di euro. «Alla luce dei tempi di consegna delle pratiche - spiega il titolare Usra, l’ingegner Salvo Provenzano - purtroppo non si possono fare previsioni serie sui tempi di chiusura delle attività istruttorie, e questo è un grave problema per tutta la ricostruzione. Se non si consegneranno le pratiche non arriveranno neanche i soldi dal Governo e si rischia di avere una coda lunga come è accaduto in altri terremoti». 

I RIMEDI
Cosa fa l’ufficio però per fronteggiare questa situazione e per combatterla? Provenzano racconta che da mesi incontra tecnici e presidenti di consorzio per aiutarli nelle consegne, poi il 13 gennaio è stata inviata una lettera al Comune per chiedere di diffidare i consorzi in ritardo e rispetto a questo qualcosa si è mosso, ma è ancora troppo poco. «L’ufficio - spiega il titolare - non è fermo perché oltre a lavorare le pratiche che arrivano si sta occupando sempre più di ricostruzione pubblica supportando le varie stazioni appaltanti, Comune e Segretariato in primis, svolgendo attività quali monitoraggio degli interventi e programmazione, verifica di progetti, progettazione del lotto di completamento del teatro comunale, Rup alla chiesa di San Marco, Rup nel tiro a segno del Demanio, validazione dei progetti delle scuole e altri interventi di direzione lavori e responsabile del procedimento». «Il bilancio di questi 12 anni - dice Provenzano - è estremamente positivo comunque e per questa ragione non possiamo permetterci ora rallentamenti.

Molti si sono interessati e si interessano alla ricostruzione dell’Aquila e alle nostre buone pratiche. Abbiamo interlocuzioni quasi quotidiane con Università italiane e non che ci chiedono della ricostruzione e per questo, a maggior ragione, non vorremmo avere una coda della ricostruzione». 

I NUMERI
Le percentuali sono le seguenti: ricostruzione privata quasi all’85% e si è recuperato il gap con le frazioni, non esiste più il ritardo delle attività istruttorie nei paesi. La pubblica è invece intorno al 50%, ma l’Usra conta di avere nei prossimi mesi una significativa accelerazione. I buchi neri nella pubblica sono diversi. Paradossale che le due principali chiese cittadine siano ancora come sono, vale a dire Duomo e Santa Maria Paganica, ma ci sono altri palazzi come il Quarto Cantone, ad esempio, che attendono la ricostruzione e questo è il motivo per cui alcuni proprietari ancora non tornano ad abitare in centro. Da parte del titolare Usra c’è la promessa del massimo impegno. 


RISORSE UMANE
Per la stabilizzazione dei precari la norma c’è ma col cambio di Governo non c’è stato più un interlocutore, ora che l’interlocutore è tornato se ne può riparlare. Poi c’è il personale interinale che si vorrebbe valorizzare perché i buoni risultati dell’ufficio passano attraverso i lavoratori. Causa Covid solo il 50% del personale è in presenza. 


Daniela Rosone 

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