Farina: "Non ho ucciso Sarchiè
Adesso vi dico chi è il killer"

Farina: "Non ho ucciso Sarchiè Adesso vi dico chi è il killer"
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Sabato 28 Febbraio 2015, 15:04 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 06:13
SAN SEVERINO - "Ho partecipato all'agguato, ma non ho ucciso". Colpo di scena nell'inchiesta sull'uccisione del commerciante di pesce Sarchiè. Il principale indagato, Giuseppe Farina, catanese, accusato con il figlio Salvatore dell'omicidio, lo ha rivelato ai pm di Macerata Rastrelli e Ciccioli, indicando anche il nome del presunto assassino. I difensori, gli avvocati Mauro Riccioni e Marco Massei, hanno dato conto della novità nel corso di una conferenza stampa.



I Farina, nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Domenico Potetti, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Ora la confessione di Giuseppe Farina, che ammette il coinvolgimento ma non di essere l'esecutore materiale del delitto. L'uomo ha presentato ai pm un lungo memoriale.



Secondo il catanese il killer sarebbe una persona che in passato aveva avuto dissapori con Sarchiè. In base a quanto dichiarato dall'indagato l'omicidio non sarebbe avvenuto vicino alla chiesa di Sant'Arcangelo ma a 500 metri dalla sua abitazione dove avevano posizionato un tronco per bloccare il passaggio del furgone. Una volta fermato - sempre stando alla ricostruzione di Giuseppe Farina - l'esecutore avrebbe sparato un colpo di pistola ferendo Sarchiè ad una spalla.



A quel punto sia l'esecutore sia Sarchiè erano entrati nella cabina frigo del furgone dove c'era il pesce mentre Farina si sarebbe messo alla guida del mezzo. A quel punto una volta raggiunta la Valle dei Grilli, Sarchè e l'esecutore sono scesi. Farina avrebbe consigliato di legarlo ad un albero e lasciarlo lì ma mentre faceva inversione con il furgone avrebbe sentito degli spari. "Ormai ci aveva visti", avrebbe detto il complice.



Farina ha infine detto che lui e il killer sarebbero poi ripartiti alla volta di Castelraimondo per raggiungere il capannone di Santo Seminara. Nella sua ricostruzione Giuseppe Farina avrebbe ridimensionato sia il coinvolgimento del figlio Salvatore e sia quello di Domenico Torrisi, che non avrebbe a suo dire partecipato al dissezionamento del furgone di Sarchiè.



I legali difensori hanno detto che Giuseppe Farina nel fare quelle dichiarazioni è scoppiato in un pianto ininterrotto dicendo che per lui era stata una liberazione aver parlato perchè erano quattro giorni che non mangiava e stava male.
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