Dal "povero gabbiano" a "Beggin", la seconda vita delle canzoni passa per TikTok

Dal "povero gabbiano" a "Beggin", la seconda vita delle canzoni passa per TikTok
Per decenni le canzoni hanno avuto un’unica vita: si incidevano, poi usciva l’album e i più fortunati potevano sentirle passare in radio, alla tivù o nel...

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Per decenni le canzoni hanno avuto un’unica vita: si incidevano, poi usciva lalbum e i più fortunati potevano sentirle passare in radio, alla tivù o nel jukebox. Per riascoltarle, per farle continuare a vivere, bisognava comprare per forza il disco, altrimenti niente. L’esistenza di una canzone era dunque piuttosto prevedibile, ma oggi non è più così: grazie all’avvento di social come TikTok e Instagram, le canzoni come gli indù possono reincarnarsi, godere di una seconda vita. 

Tre esempi per spiegare questo fenomeno: primo su tutti il boom di “Beggin’” cantata dai Maneskin, esplosa grazie alla spinta di TikTok. Milioni di utenti l’hanno utilizzata per i propri balletti e da lì non si è più fermata. Così la cover di “Beggin’”, in realtà brano anni ’60 dei “The Four Seasons”, dopo cinquant’anni è diventata la canzone più ascoltata al mondo.

Seconda vita anche per “Tu comm’a me” di Gianni Celeste, con il video virale di Duracell e Signor Franco, in cui cantano “povero gabbiano, ha perduto la compagna”. La frase è diventata un tormentone, i gabbiani per strada diventati i protagonisti di Instagram e il cantante neomelodico Gianni Celeste gettonassimo per concerti e feste. 

E poi l’esplosione nei Reel di “Vienna” di Billy Joel, utilizzata per video rilassanti con panorami meravigliosi. Tutti di corsa verso non si sa cosa, scrolliamo e rimaniamo imbambolati sulle note di questa canzone del 1977: “slow down, your doing fine”. Ci proviamo. 

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Corriere Adriatico