Volley, Kosheleva come Tardelli: un lunghissimo urlo liberatorio. Megabox Ond Del Savio Vallefoglia batte 3-2 Cuneo

Volley, Kosheleva come Tardelli: un lunghissimo urlo liberatorio. Megabox Ond Del Savio Vallefoglia batte 3-2 Cuneo
Megabox Ond. Del Savio Vallefoglia: l’urlo di Kosheleva. Un urlo liberatorio, infinito, dopo aver messo a terra la palla del 3-2 con Cuneo, che ha ricordato...

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Megabox Ond. Del Savio Vallefoglia: l’urlo di Kosheleva. Un urlo liberatorio, infinito, dopo aver messo a terra la palla del 3-2 con Cuneo, che ha ricordato l’esultanza di Marco Tardelli, dopo il 2-0 nella finale ai Mondiali di Spagna dell’82. Un urlo lunghissimo che domenica scorsa a Urbino, così come quella sera del 5 luglio di 40 anni fa a Madrid, è diventato l’emblema di una partita vinta con cuore e testa. Importante per la Megabox Ondulati Del Savio Vallevoglia, perché la prima vinta, in rimonta. Importantissima per Tatiana Kosheleva, la capitana delle Tigri, perché è stata la prima partita vera dopo il grave infortunio ai legamenti del ginocchio nel febbraio scorso, che l’ha costretta a un’operazione e a un lungo recupero.

L'emozione

Aveva gli occhi rossi e lucidi a fine partita, quando dopo aver ringraziato tutte le compagne di squadra, Tatiana ha raggiunto a bordocampo il suo allenatore, Andrea Mafrici, che l’ha gestita tra campo e panchina con la delicatezza e la concretezza che merita una campionessa. Si sono abbracciati. E poi con lo sguardo a raggiungere il fisioterapista delle Tigri, il bulgaro Georgi Bivolarski, con il quale ha condiviso mesi di fatica per tornare a essere una giocatrice che fa la differenza nella Lega italiana: con lui un lungo testa contro testa e la conferma, parole della capitana, che «il lavoro duro paga, anche quello lontano dal campo». L’ultimo abbraccio, strettissimo e quasi a stritolarlo, è per il presidente Ivano Angeli, che insieme alla moglie Luisa hanno condiviso quasi otto mesi tra incertezze e speranze.

«Sono molto contenta della prestazione della squadra». Kosheleva mette il gruppo davanti a tutto. «Con Cuneo era la nostra prima partita vera, la prima del campionato e ci sta partire un po’ contratte – aggiunge -: ringrazio le mie compagne, tutte. Dopo le difficoltà iniziali, dopo due set persi non abbiamo mollato. Anzi, ci siamo convinte che tutte insieme avremmo potuto recuperare, tornare in partita, giocarcela al tie-break. Abbiamo trovato quello spirito di gruppo e quell’armonia che ci hanno portato fino al quinto set e a vincere. Determinazione, spirito di gruppo e i nostri tifosi – sottolinea – saranno fondamentali per il proseguo della stagione».

La partita

Diciassette punti, tra i quali 7 break point, 1 solo errore in battuta e 7 in ricezione, dove Kosheleva è stata costantemente presa di mira dal servizio della connazionale Sofya Kuznetsova: le statistiche anche questa volta non descrivono a pieno i contenuti di una partita che va ben oltre i numeri. “La mia condizione migliora di giorno in giorno, ma è evidente che non posso essere già subito al massimo – spiega la capitana -. Merito anche della qualità degli allenamenti, che crescerà ancora grazie all’arrivo di Maja (Aleksić) e Micha (Hancock)”.

E quell’urlo? «Non mi sono accorta che è stato così lungo. Ho scaricato la tensione per la lunga assenza dalle partite vere, per i cinque set disputati, per la vittoria che abbiamo meritato – conclude Kosheleva -. Ma l’urlo l’ho cancellato, è già passato: oggi c’è la consapevolezza che, come gruppo, possiamo dire la nostra in ogni partita».

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Corriere Adriatico