Sabbi, Zaytsev, Travica e Randazzo cacciati dal ritiro: rientro a notte fonda

L'ex Lube Ivan Zaytsev (a sinistra insieme a Beretta e Vettori) con la maglia della Nazionale
ANCONA - Non c’è più Lube in azzurro: Sabbi (unico biancorosso in Nazionale) e gli ex Travica, Zaytsev e Randazzo sono stati cacciati dal ritiro della Nazionale italiana di...

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ANCONA - Non c’è più Lube in azzurro: Sabbi (unico biancorosso in Nazionale) e gli ex Travica, Zaytsev e Randazzo sono stati cacciati dal ritiro della Nazionale italiana di pallavolo, attualmente a Rio de Janeiro, in Brasile, per motivi disciplinari. I quattro giocatori della Nazionale, in Sudamerica per le final six di World League, che si svolgeranno da mercoledì 15 a domenica 19 luglio e in cui le migliori sei squadre del mondo si sfideranno per il titolo, sarebbero rientrati nella sede del ritiro solo alle 2 di notte. Per non aver rispettato le regole di comportamento previste per gli azzurri, il tecnico Mauro Berruto ha così deciso di allontanare dal ritiro e rispedire oggi stesso a casa Dragan Travica, Ivan Zaytsev, Giulio Sabbi e Luigi Randazzo. Al loro posto sono già stati convocati Davide Saitta, Iacopo Botto e Gabriele Nelli.




Il presidente della federazione Pallavolo Carlo Magri - si legge in una nota federale - “conferma la propria fiducia nel tecnico e nello staff”, ed esprime il proprio “disappunto e la propria amarezza per quanto accaduto alla vigilia di una manifestazione così importante; episodio - si legge ancora - che verrà attentamente esaminato in ambito federale. Contestualmente il presidente auspica una positiva e pronta risposta da parte di tutta la squadra”.



“Ci sono valori - ha dichiarato l’allenatore della nazionale di pallavolo Mauro Berruto - che devono essere a fondamento di ogni azione quando si veste la maglia azzurra. Se questo non era chiaro, da oggi sono certo che lo sarà. Questa decisione presa in accordo con la Federazione ha il significato di rimettere al centro di ogni progetto tecnico il valore del rispetto dei ruoli e delle regole”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico