Tamberi pronto a riprovarci: «Devo crescere ma posso ripartirre da quel 2,28»

Gimbo Tamberi
«Mi sono salvato, non voglio soffermarmi sulle cose negative, che non mancano. È stata una guerra fino alla fine, lunedì c’è la finale, ora spero...

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«Mi sono salvato, non voglio soffermarmi sulle cose negative, che non mancano. È stata una guerra fino alla fine, lunedì c’è la finale, ora spero di ripartire proprio da quell’ultimo salto a 2,28, che mi è sembrato migliore degli altri». Così parlò Gianmarco Tamberi dopo la qualificazione da brivido di venerdì, aspettando la finale di domani notte (ore 2,45 italiane), in cui i favori del pronostico sono tutti per il solito Barshim e per il coreano Woo.

 
Grande dimostrazione
L’immagine simbolo della gara di Tamberi è stata quella di lui immobile sul materassone un attimo dopo aver imbroccato un salto finalmente buono ai 2,28, all’ultimo tentativo possibile. Una dimostrazione di classe e di saldezza di nervi che solo un fuoriclasse poteva dare. Saltare due misure al terzo tentativo (2,25 e poi 2,28) è cosa da gente che ha le palle, e che sa dove andare a pescare risorse nascoste, quando sembra che non ce ne siano più.

«Ho ben chiare le condizioni in cui mi presento - ha detto ancora Gimbo - Il dolore c’è ma non voglio parlarne, mi sono ripromesso di non farlo, ci sono tanti altri problemi, a cominciare da quelli di natura tecnica. Non possiamo essere sempre tutti al massimo, ma si può lottare per farlo. La qualificazione è stata una battaglia però non ho mai mollato. E, salto dopo salto, mi sono anche sentito un po’ meglio. Per la seconda volta spalle al muro, ho pensato okay, dici sempre che ti piace trovarti sull’orlo dell’abisso e ora salta, ho chiuso gli occhi e ho pensato a tutto quello che ho fatto per arrivare qui». 


Si riparte da zero
Ora però bisognerebbe ripartire ancora più forte e Tamberi non si nasconde che sarà difficile: «Sono lontano da dove vorrei essere e gli altri non li ho guardati troppo per non scoraggiarmi. In finale, così, non vado da nessuna parte. Ma voglio rimanere positivo, pensare che con il dolore posso fare pace. Lunedì sarò diverso, migliore. Devo svoltare, perché se salto così, gli altri li guardo dal divano, ma visto che avrò un’altra possibilità, si ripartirà da zero. E voglio provare a giocarmela fino in fondo. Analizzerò i video, vedrò cosa modificare. Quel che mi conforta è anche il fatto che in qualificazione, nemmeno nei periodi più brillanti, ho sempre avuto problemi». 


In viaggio con papà


Infine Tamberi ha parlato del rapporto con il padre, con cui ha parlato a lungo prima e durante la gara: «Se papà è qui è per fare quello che in gara abbiamo sempre fatto: dialogare. E puntare insieme all’obiettivo. Diversamente non sarebbe partito». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico