OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
SAN BENEDETTO - Devastato. Spelacchiato. Simile al classico campo di patate: il manto dello stadio Riviera delle Palme di San Benedetto è ai minimi storici e siamo solo a inizio stagione (la Samb che ha perso ai rigori, in Coppa Italia, contro il Tolentino, ndr). E la polemica, sui social, è già caldissima. «La condizione in cui versa il prato dello stadio comunale “Riviera delle Palme” è ben nota a questa Amministrazione comunale e da diversi mesi siamo impegnati nel contrastare con ogni mezzo disponibile il deterioramento del manto erboso» è il preambolo dell'assessore allo sport di San Benedetto Cinzia Campanelli.
La situazione
Ogni anno a fine giugno il prato del “Riviera delle Palme” arriva a conclusione della stagione sportiva fortemente provato – non si tratta di una novità sconosciuta in precedenza -. Questo è dovuto alla normale usura del manto, insieme al persistente ritorno di un’infezione fungina dell’erba molto difficile da debellare e che necessita di continui trattamenti, oltre alla presenza di una componente sintetica del prato molto suscettibile alle elevate temperature.
Il terreno di gioco è stato poi sfruttato molto di più in tempi recenti, con partite ogni settimana e tornei estivi, rendendo ancor più vitale lasciare al manto erboso il tempo di riprendersi e riposare, specialmente dopo stagioni intense.
La stagione anticipata
Infine, l’inizio troppo anticipato, precisamente il 21 agosto scorso «del nuovo campionato non ha dato il tempo necessario e naturale al terreno di rigenerarsi - continua Campanelli - L’impegno dell’Amministrazione per fare in modo che il manto erboso, così come tutto lo stadio comunale, sia nella miglior forma possibile è massimo: sono già stati disposti gli interventi di risemina, che deve avvenire necessariamente verso la fine dell’estate quando le temperature scendono un po’ e consentono la naturale germinazione, che nel giro di circa trenta giorni darà i primi risultati visibili. È chiaro tuttavia che c’è bisogno di una maggior responsabilità anche da parte degli utenti se vogliamo che il campo resti rigoglioso, andando incontro ai tempi indispensabili e ai bisogni del terreno». Sì, ma come?
Leggi l'articolo completo suCorriere Adriatico