LONDRA - Un inizio da favola, un finale d'orgoglio, ma nell'ora di mezzo sull'erba di Twickenham c'è solo l'Inghilterra che, come da pronostici, travolge...
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Certo, la sconfitta - con uno scarto di 30 punti, e un secondo tempo di pura sofferenza - resta pesante, così come evidente, ma questo già si sapeva, il divario che separa gli azzurri dalla nazionale che a settembre-ottobre giocherà in casa il Mondiale. Ed è anche vero che l'Italia è stata brava ad approfittare della lenta partenza degli inglesi che appena hanno ritrovato distanze e tempo, hanno ribaltato di slancio l'inerzia della partita, e con esso il punteggio.
E la terza meta italiana, che stabilisce un piccolo record per l'Italia negli incontri disputati a Londra, è arrivata a tempo scaduto, quando ormai gli inglesi pensavano alla prossima sfida contro l'Irlanda, che con ogni probabilità deciderà questo Sei Nazioni. Resta però la personalità e il coraggio di una squadra che pur ai minimi storici di autostima ha saputo riscattare il pessimo esordio contro l'Irlanda. Presentandosi nel Tempio del rugby senza timori reverenziali, disputando una partita a viso aperto, insistendo sempre e comunque nel gioco alla mano (53% di possesso palla) fino ad eccedere.
Fatali, al di là dell'oggettiva differenza di qualità tra le due rose, l'imprecisione nei calci (Kelly Haimona chiude con 0 su 4), i cali di tensione (regalate le mete di Ben Youngs e Nick Easter), e la fragilità della mischia chiusa, un tempo punto di forza dell'Italrugby. Le due touche perse nei primi due minuti fanno temere il peggio, ma a sorpresa è l'Italia sbloccare il punteggio, con Sergio Parisse che finalizza al meglio un'azione cominciata da un intercetto in touche di Marco Bortolami. Haimona comincia a bisticciare con i pali e non trasforma, a dimostrazione che l'Italia continua a giocare senza un vero mediano di apertura, difetto storico della squadra azzurra da quando si è ritirato Diego Dominguez.
Chi si attende la reazione dei padroni di casa resta deluso. Sono ancora gli azzurri, con l'unica intuizione della partita di Haimona, a sfiorare la marcatura, ma Andrea Masi viene fermato sul più bello da Mike Brown, poi costretto ad uscire in barella. Dopo un altro rischio portato da George Biagi, finalmente i padroni di casa si scuotono: la loro partita inizia con il calcio di George Fort. Prima dell'intervallo arrivano le prime due mete: la prima, più che dubbia, di Billy Vunipola, concessa dal TMO; la seconda di Jonathan Joseph, a fine gara eletto migliore in campo.
La ripresa si apre con la meta di Luca Morisi, un lampo prima della tempesta. Perchè a spaccare la partita, scavando una voragine tra le due squadre, sono i 14 minuti che trascorrono dalla metà di Ben Youngs (15'st) a quella di Easter (29'st). In mezzo ce ne sono altre due inglesi, di Joseph e Danny Cipriani. Frastornata, demoralizzata ma non rassegnata, l'Italia trova il guizzo finale ancora con Morisi, che non basta a far dimenticare i limiti degli azzurri ma salva comunque l'onore. E di questi tempi non è poco.
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Corriere Adriatico