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FOSSOMBRONE Il calcio è uno sport maledetto. Chiedere all’Atletico Ascoli per crederci, meritevole di aver disputato una grande finale, poi persa 4-2 domenica a Senigallia nella lotteria dei rigori. E chissà se lo abbia pensato anche Luca Procacci quando si è presentato sul dischetto per calciare il penalty della vittoria. Il destino del Fossombrone in Coppa Italia di Eccellenza passava proprio per i suoi piedi, per un suo rigore. Come accadde lo scorso giugno, quando Procacci fallì dagli undici metri il gol dell’1-1 contro il Porto d’Ascoli, nella finalissima di campionato valevole per un posto in Serie D. Stavolta il jolly biancoazzurro si è preso una bella rivincita e il suo Fossombrone ha vinto per la seconda volta consecutiva il trofeo regionale. «Si è chiuso un cerchio - racconta Procacci - Ammetto di non aver pensato subito all’errore di giugno quando mi sono presentato sul dischetto. Ma la palla pesava, eccome se pesava. Mi sono tolto una bella soddisfazione e mi sono preso una rivincita. Ma l’importante è che abbia vinto la squadra, ai rigori poi è anche più bello. Conti è stato bravo a calciare bene il primo, era fondamentale dopo i dieci rigori sbagliati su undici tirati in un anno. Marcantognini è stato super a neutralizzare quello calciato da Nicolosi e tutto è filato liscio fino alla fine. Se avessimo calciato per un’ora di fila, domenica li avremmo segnati tutti. Una dedica? A chi non ha potuto esserci, specialmente a Marongiu».
Corriere Adriatico