Pantani, la rivelazione: «Non era solo quando è morto». Il mistero della pallina bianca

Marco Pantani non era solo quando è morto: a parlare del suo decesso, avvenuto il 14 febbraio del 2004, è stato oggi Umberto Rapetto, già generale...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Marco Pantani non era solo quando è morto: a parlare del suo decesso, avvenuto il 14 febbraio del 2004, è stato oggi Umberto Rapetto, già generale di brigata della Guardia di Finanza, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia. «Si dice che Marco Pantani era sempre stato in quella stanza (in cui è stato trovato morto ndr) e che era solo. Eppure andando a scavare alcuni giornalisti hanno scoperto che lui da quella stanza è uscito», ha detto Rapetto.


 
«Qualcuno era con lui quando la morte è arrivata», ha aggiunto il generale, che ha fatto riferimento in particolare «delle macchie di sangue» e di come, al momento del ritrovamento del cadavere, «era posto il braccio: non si può pensare che sia stato lo stesso ciclista a spostarlo». Rapetto inoltre ha voluto porre l'attenzione sulla presenza di un «enorme grumo di sangue sul pavimento con al centro una pallina bianca, intonsa, perfettamente bianca. È uno dei grandi misteri: nonostante sia stata nel sangue, la pallina non ne era stata intaccata».



Il generale ha fatto notare che l'hotel in cui il campione alloggiava aveva «dei sotterranei e un garage, era un albergo usato forse anche per passare qualche ora in intimità, l'accesso dal garage era fuori da qualunque controllo». Un altro punto sul quale Rapetto ha sollevato l'attenzione dell'Antimafia è il fatto che il ciclista chiese più volte alla reception, il giorno della morte, di chiamare i carabinieri «perchè c'è qualcuno che da fastidio». Quel qualcuno, fa notare Rapetto, «potrebbe essere arrivato dal garage. Le Iene hanno sentito la ragazza all'ingresso dell'hotel e il proprietario: nessuno ricorda nulla nè ha idea del perchè non si sia dato luogo ad una richiesta di aiuto tanto insistente».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico