È spuntato un documento, “fidefacente”, cioè insindacabile, fino a querela per falso, e firmato da un pubblico ufficiale, un medico, che dice che il 10...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È quanto scrive oggi La Nazione di un'inchiesta bis sulla morte del capitano della Fiorentina, Davide Astori, avvenuta il 4 marzo 2018 a Udine nella sua camera di albergo alla vigilia della partita. Assieme a Galanti, ritenuto il «concorrente morale» di questo reato (il 476 del codice penale: falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) perché quando sarebbe stato 'fabbricatò l'atto, il professore era già in pensione, è indagata una sua ex collaboratrice. Ovvero l'esecutrice materiale, colei che «formava un certificato apparentemente redatto in data 10 luglio 2017, col quale attestava di aver sottoposto ad esame strain Davide Astori e di aver valutato i risultati di detto esame». La circostanza che tale atto sia «fidefacente fino a querela di falso» comporta un aggravamento della pena massima prevista fino a dieci anni. La collaboratrice di Galanti, assistita dagli avvocati Antonio Olmi e Chiara Bandini, ha ricevuto un invito a comparire per un interrogatorio la prossima settimana.
Le inchieste su Astori dunque raddoppiano. Se le accuse della Procura trovassero conferma, all'«imperizia, alla negligenza e alle violazioni dei protocolli contestati nel fascicolo principale (quello per omicidio colposo), si aggiunge un tentativo maldestro di far sembrare una visita più accurata.
Probabilmente, quel giorno, il certificato “strai”, dopo tante perquisizioni in cui non era mai venuto fuori, è arrivato in Procura. Il falso contestato, s'intreccia inevitabilmente con il procedimento principale, o appena giunto all'avviso di conclusione delle indagini, che vede il professor Galanti accusato di omicidio colposo assieme al collega di Cagliari, Francesco Stagno.
All'esito della conclusione delle indagini, entrambi gli indagati si sono mossi per cercare di far cambiare idea alla procura, orientata verso la richiesta di rinvio a giudizio. Contro Galanti e Stagno, c'è la perizia del professor Domenico Corrado, luminare dell'Università di Padova. Secondo le sue conclusioni, sia nella visita per l'idoneità effettuata a Cagliari l'11 luglio 2014, sia nelle due sostenute a Firenze il 7 luglio 2016 e il 10 luglio dell'anno successivo, il cuore di Astori manifestò dei campanelli d'allarme che avrebbero dovuto suggerire «ulteriori e più approfonditi accertamenti diagnostici»: prima l'holter e poi anche la risonanza magnetica cardiaca. Tutto questo, secondo il consulente del pm Nastasi, avrebbe permesso di far venire allo scoperto quella cardiomiopatia aritmogena che silenziosamente stava facendo capolino e che all'improvviso, la notte prima di Udinese-Fiorentina, 4 marzo 2018, privò la Fiorentina del suo capitano. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico