Mei annulla l'eventuale playout del Fano: «Una proposta assurda»

I giocatori del Fano durante una partita del campionato di Serie C
FANO La capolista Vicenza subito promossa in B, playoff facoltativi per le squadre attualmente tra il secondo e il decimo posto in classifica, sfide playout Ravenna-Fano e...

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FANO La capolista Vicenza subito promossa in B, playoff facoltativi per le squadre attualmente tra il secondo e il decimo posto in classifica, sfide playout Ravenna-Fano e Imolese-Arzignano e retrocessione diretta in D per il fanalino di coda Rimini. Sembrerebbe dunque essere questa, per quanto concerne il girone dei granata, l’essenza della proposta partorita dal Consiglio Direttivo della Lega Pro e affidata al presidente Francesco Ghirelli per essere trattata nel prossimo Consiglio Federale della Figc. Questa soluzione ha provocato un’immediata levata di scudi da parte di diverse società di serie C, i cui presidenti nell’ultima Assemblea aveva votato pressoché all’unanimità per lo stop definitivo del campionato e il blocco delle retrocessioni.


«La trovo una proposta assurda – commenta il responsabile dell’area tecnica fanese Giovanni Mei, in buona compagnia su questa linea – La ritengo contro ogni principio democratico, perché così si calerebbe dall’alto una decisione che non terrebbe minimamente conto di quanto stabilito dall’ultima assemblea delle società di Lega Pro. Mi metto anche nei panni del Rimini, che pur avendo ben undici gare ancora da giocare e una classifica rimediabile si ritroverebbe in D a tavolino. E come il Rimini pure il Gozzano e il Rieti, per non parlare di Rende e Bisceglie che non avrebbero diritto a giocarsela ai playout per via del distacco dei punti da chi le precede. Chi più chi meno vedrebbe gettare al vento gli investimenti fatti a gennaio per provare a risollevarsi col mercato di riparazione, al termine del quale si sono disputate appena quattro giornate. Al di là di queste ingiustizie, ai nostri club si chiede di spendere un sacco di soldi per rendere possibile la ripresa del campionato in osservanza dei protocolli per affrontare una sola partita o al massimo due. Per me è ridicolo e se presidenti, medici e preparatori fisici di C erano concordi sull’impossibilità a ripartire in questa categoria, che si tratti di uno, due o dodici incontri come nel caso di qualche squadra, è perché ne conoscono a fondo le dinamiche e non per un capriccio». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico