Lazio, in Europa con la maglia nera Le Monde "Ricorda le camicie nere"

Lazio, in Europa con la maglia nera Le Monde "Ricorda le camicie nere"
ROMA - Tutto pronto per l'esordio delle nuove maglie della Lazio targate Macron. Una rivisitazione della leggendaria...

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ROMA - Tutto pronto per l'esordio delle nuove maglie della Lazio targate Macron.






Una rivisitazione della leggendaria maglia Bandiera che vuole esprimere raffinatezza ed eleganza, tanto da sembrare un vero e proprio 'abito' da sera, grazie all’impatto monocromatico dato dalla fusione dei colori antracite, presente nella parte alta della maglia e nero, ripreso nell’aquila stilizzata oltre che nella sezione inferiore della divisa. Non mancherà l’aquila stilizzata tono su tono posizionata, come sulla maglia degli altri, in mezzo al petto.



Un maglia che in Francia però non hanno gradito, tanto che il quotidiano Le Monde si è sentito in dovere di scrivere: «E' una maglia che farà tornare dalla pensione Paolo Di Canio. Il giocatore italiano dichiaratamente fascista" che potrà giocare per la terza volta nella Lazio dopo la militanza del 1985-1990 e 2004-2006». "Camicia nera" di ispirazione fascista viene definita la nuova casacca nonostante il colore nero sia per il quotidiano francese il trend della stagione calcistica 2015-2016 - tra Juventus e Paris Saint-Germain.



«Il club laziale - scrive Le Monde - ha una cattiva reputazione soprattutto per i suoi sostenitori neo-fascisti di Curva Nord, che si sono distinti più volte con slogan nostalgici e versi delle scimmie. Tifosi che qualche anno fa avevano reso omaggio alla Tigre Arkan, il signore della guerra serba condannato per crimini contro l'umanità dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia".



In molti parlano su Twitter di una "maglia Terzo Reich. Va detto - conclude il giornale - che in Italia, questa divisa può avere chiare risonanze storiche. Gli squadristi, la milizia fascista, erano soprannominati 'camicie nere', in quanto vestiti di nero». Un giudizio che lascia basiti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico