Lavezzi accusato di uso di droga nel ritiro della Nazionale: lui querela

Lavezzi accusato di uso di droga nel ritiro della Nazionale: lui querela
BUENOS AIRES - Uno spinello, un’accusa e un silenzio stampa. Bastano pochi elementi per destabilizzare nuovamente l’ambiente della nazionale argentina, che, dopo la...

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BUENOS AIRES - Uno spinello, un’accusa e un silenzio stampa. Bastano pochi elementi per destabilizzare nuovamente l’ambiente della nazionale argentina, che, dopo la vittoria per 3-0 contro la Colombia, si è chiusa nel silenzio stampa. La decisione, comunicata a voce da Messi, è stata presa in seguito alle polemiche che hanno coinvolto Ezequiel Lavezzi, accusato da un giornalista argentino di essersi fumato una canna durante il ritiro. «Lavezzi non andrà in panchina per lo spinello che si è fumato ieri in ritiro? Chiedo, eh, chiedo solamente», ha twittato Gabriel Anello, giornalista di Radio Mitre prima del match decisivo. Il giornalista ha poi rincarato la dose: «Lavezzi si fuma la seconda canna in ritiro e chi lo dice viene definito “impresentabile”…abbiamo la Nazionale e i giocatori che ci meritiamo». La risposta dell’ex Napoli è arrivata proprio via Twitter, con l’annuncio di «azioni legali contro Gabriel Anello» per le «dichiarazioni false». Alla fine del match che ha permesso all’Argentina di tornare in corsa per un posto a Russia 2018, c’è stato il regolamento di conti in sala stampa. La squadra si è presentata al completo, ma ha palato solo capitan Messi: «Preferiamo apparire tutti mettendoci la faccia anziché inviare un comunicato. Comunichiamo di non voler più parlare con la stampa e voi conoscete bene il motivo, no? L’accusa contro il Pocho è molto grave. E se non facciamo niente, molti finiranno per crederci. Preferiamo finirla una volta per tutte. È venuto meno il rispetto. Possiamo perdere, vincere, si può criticare se abbiamo giocato bene o meno, ma non si possono lanciare certe accuse», ha concluso Messi. La notizia non è stata finora confermata nonostante il giornalista sostenga di avere prove dell’accaduto. 
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Corriere Adriatico