Il ragazzino ci ha preso gusto. Dopo aver stabilito quasi ogni record di precocità Moise Kean regala alla Juve tre punti d’oro in una partita complicatissima,...
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Non è la solita Juve e si capisce quasi subito: è soprattutto una questione di motivazioni e condizione atletica: le partite pre e post sosta sono le più temute da Max Allegri e si capisce il perché. I ragazzi di Andreazzoli macinano gioco ma non impegnano mai Szczesny, mentre la Juve è scarica a livello fisico e mentale; tra sosta e impegni con le nazionali nessuno è nelle migliori condizioni. Primo tempo senza sussulti, un solo colpo di testa a botta sicura di Mandzukic parato alla grande da Dragowski e poco più, mancano gioco, spunti, idee, ritmo e la grinta delle partite decisive. Emergenza in attacco per Allegri che dopo Ronaldo e Douglas Costa deve rinunciare anche a Dybala per un problema muscolare accusato nel riscaldamento, Bernardeschi e Mandzukci là davanti non bastano. Nella ripresa la Juve osa di più, sfiora il gol con una doppia occasione per Bernardeschi (il secondo tiro prende in pieno la traversa) e ancora una volta la differenza per Allegri la fa la panchina. Fuori uno spento Alex Sandro (fischiato) e uno spremuto Matuidi, dentro Spinazzola e Kean, e la partita cambia. Alla prima vera occasione Moise non perdona: sponda di nuca di Mandzukic, la palla balla in area e Moise ci si fionda sopra con una botta di sinistro che non lascia scampo a Dragowski. Il vero problema di Allegri da qui a fine stagione sarà lasciare in panchina Kean.
LA DIRETTA
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Corriere Adriatico