Un Maurizio Sarri insolitamente elegante, con la giacca della Juventus durante la conferenza stampa di presentazione. «Sono molto contento di essere qui oggi, in 30...
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«La Juventus è la società più importante in Italia, per me è il coronamento di una carriera lunghissima e difficilissima. Penso di avere rispettato tutti, anche nell'ultimo atto al Chelsea» - ha spiegato Maurizio Sarri, rispondendo alle domande dei cronisti - «Da bambino ero tifoso del Napoli e lì ho dato tutto, dal punto di vista professionale e morale. Nell'ultimo mese al Napoli ho avuto dubbi, che la società mi ha tolto presentando Ancelotti. Non è stata colpa della società, ma mia, perché il dubbio tra continuare o andare via era forte. Ho preferito andare all'estero, per non passare subito a un'altra italiana. Penso di avere rispettato tutti».
Maurizio Sarri ha poi dichiarato gli obiettivi della Juventus: «Arrivo alla Juventus con scetticismo come dappertutto, dall'Empoli al Napoli fino al Chelsea. Ma vengo dalla storia mia ed è anche giusto che ci sia un minimo di rancore e scetticismo. Io conosco solo un modo per togliere lo scetticismo dalla gente: vincere e convincere, andare in campo e fare un buono spettacolo. La Champions è un sogno da perseguire con determinazione feroce, con la convinzione che è obiettivo con un coefficiente di difficoltà mostruoso. Ho allenato giocatori molto forti nel Chelsea, con Cristiano Ronaldo siamo a un livello superiore: è il top mondiale, spero di aiutarlo a raggiungere tanti altri record». Fabio Paratici, ds della Juventus, ha poi aggiunto: «Avevamo le idee chiare sin dall'inizio ma bisogna avere rispetto di tutti i soggetti in campo, un allenatore sotto contratto, un grande club come il Chelsea».
«La tuta in campo? Parlerò con la società, non lo abbiamo ancora fatto. Io preferirei non andare con la divisa sociale, chiaramente fuori dal campo indosserò la divisa sociale, c'è scritto nel contratto, in campo vediamo. L'importante è che a questa età non mi mandino nudo...» - ha commentato divertito Sarri sulla questione - «Se esco dal San Paolo so che se mi applaudono è una manifestazione d'amore, se mi fischiano è una manifestazione d'amore. Uscirò volendogli bene come prima, in un modo o in un altro».
Sui casi di razzismo e discriminazioni territoriali, Maurizio Sarri ha spiegato di non aver mai cambiato idea: «Non posso cambiare il mio punto di vista sui cori razzisti solo perché ho cambiato società. L'Italia dovrebbe smetterla, il Napoli è una delle squadre che subisce questo tipo di atteggiamenti e la mia idea è la stessa. E ora di finirla di restare 30-40 anni indietro rispetto all'Europa». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico