ROMA - Niente calcio e niente moduli, il commissario tecnico racconta la propria fede e come la vive. "Do tutto perchè Dio mi ha dato tanto": è una delle confidenze che il ct...
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Conte parla della fede che ha ricevuto dalla famiglia ( "Sono cresciuto a Lecce, l'oratorio Sant'Antonio a Fulgenzio è stato un punto di riferimento, un rifugio dalle tentazioni della strada"). Poi la preghiera della sera, la messa domenicale, il Natale in famiglia e la parabola preferita: il figliol prodigo. "Mi piace perchè insegna a perdonare. E il perdono fa parte del compito dell'allenatore, altrimenti su 25 calciatori ne salveresti 10. Prima di perdonare però penso che si debba far capire gli errori: ci deve essere redenzione da parte di chi ha sbagliato".
Se Papa Francesco fosse un giocatore Conte lo metterebbe "davanti alla difesa, dove sta il cuore della squadra. È il ruolo di chi si deve sacrificare per la squadra".
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