ROMA - E venne il giorno del rinvio a giudizio: non si salva, il ct Conte, va a processo per frode sportiva. Ma soltanto per una delle due partite (Albinoleffe-Siena), che lo...
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LA FRODE DEL CT
Giudizio immediato, Conte vuole evitare l'udienza preliminare e scrollarsi di dosso una volta per tutto il fango prima dell'Europeo. Tavecchio crede alla sua innocenza: «Non c'è nessuna condanna. Il ct ha le garanzie per rispettare il suo contratto», ha detto il presidente della Figc la scorsa settimana. Secondo l'accusa, Conte, all'epoca tecnico del Siena, si sarebbe dovuto opporre alla combine comunicatagli dal portiere Coppola, e non semplicemente prenderne atto nell'impossibilità di evitare che il risultato venisse falsato. Crollate le accuse, invece, per Novara-Siena del maggio 2011, dove l'allenatore non fece giocare Carobbio, l'unico giocatore della sua squadra in accordi con l'organizzazione criminale.
C'È IL CAPITANO DELLA LAZIO
«Non so nulla di Conte», conferma Ilievski. Che invece descrive «in modo dettagliato l'intervento suo» in «Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, sicuramente i due episodi più ‘sensibili' e di rilievo perché riguardanti la Lazio e Mauri», indicando, come si legge nell'ordinanza del gip Salvini, «anche i nomi dei giocatori corrotti, non solo i già confessi, ma anche alcuni che avevano sempre negato la loro responsabilità, in particolare Bertani e Cassano». Su Bettarini Ilievski racconta di avergli consegnato 60mila euro per una gara del Siena: «Agiva per conto di Mezzaroma». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico