Pugno al portiere dell'Olbia: tre anni di Daspo ​per Liman "Alex" Shpendi. Potrà guardare i figli solo in tv

CESENA - Il questore di Forlì - Cesena, Claudio Mastromattei, ha disposto il Daspo per Liman Shpendi (per tutti Alex), padre del giocatore del Cesena...

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CESENA - Il questore di Forlì - Cesena, Claudio Mastromattei, ha disposto il Daspo per Liman Shpendi (per tutti Alex), padre del giocatore del Cesena Cristian Shpendi, dopo gli avvenimenti relativi all'incontro di calcio Cesena - Olbia di domenica sera allo stadio Manuzzi, quando l'uomo, a partita appena terminata, è entrato in campo tentando di colpire con un pugno il portiere della squadra sarda. Per tre anni, quindi, potrà seguire solo in tv le partite dei suoi figli, i gemelli Cristian e Stiven, il primo del Cesena, il secondo dell'Empoli, entrambi under 21 della nazionale albanese, visto che gli sarà vietato di accedere ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive. Per i fatti accaduti il padre del giocatore è stato denunciato per il reato di scavalcamento e invasione di campo e per percosse, benché la parte offesa non abbia inteso presentare al momento formale querela. 

La famiglia Shpendi

Cristian Shpendi è nato ad Ancona il 19 maggio del 2003, insieme al suo gemello Stiven (oggi all'Empoli in Serie A e oggetto del desiderio di diversi club in questo mercato). I loro genitori sono albanesi della città di Pukë, nelle Marche dal 1997.Shpendi, prima di segnare con la maglia del Cesena - 11 reti all'attivo - con cui è in testa al girone B di Lega Pro (quello delle marchigiane Ancona, Vis Pesaro, Recanatese e Fermana) è cresciuto calcisticamente nel Real Metauro - club pesarese - prima di passare al Delfino Fano e poi all'Accademia San Marino. La famiglia (di cui fanno parte anche la madre Arta e la sorella Megan) ha vissuto per anni a Lucrezia di Cartoceto prima di trasferirsi in Romagna. Oggi vivono a Cesena dove Cristian e Stiven si sono trasferiti dall'Under17 militando anche in Primavera.

Le scuse

Il video girato dalle tribune ha fatto il giro dei social ed è stato ripreso da tutti i principali organi di informazione: «Sono mortificato per il brutto esempio che ho dato con il gesto che ho compiuto ieri. So, da padre di famiglia che ha sempre cercato di educare i propri figli sui valori del rispetto verso il prossimo, che tale gesto non si può giustificare. Si è trattato, purtroppo, di un momento di debolezza, che mi ha portato, dopo aver visto mio figlio sanguinante a commettere un grave errore. Sono comunque ingiustificabile: ci tengo a porgere le mie scuse a tutti, perché so che attraverso il mio comportamento ho infranto quei valori in cui credo e che ho sempre cercato di trasmettere alla mia famiglia».

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Corriere Adriatico