Brusi di nuovo in vetta 25 anni dopo «Recanatese forte come la mia»

I giocatori della Recanatese dopo la vittoria per 2-1 contro il Montegiorgio
RECANATI - La Recanatese si gode il primato solitario in classifica dopo tre turni di campionato. Non accedeva da 25 anni: esattamente dal 1994, quando alla settima giornata,...

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RECANATI - La Recanatese si gode il primato solitario in classifica dopo tre turni di campionato. Non accedeva da 25 anni: esattamente dal 1994, quando alla settima giornata, vincendo in casa per 2-0 con il Penne, i leopardiani affiancarono il Nereto in cima alla graduatoria. Tra i protagonisti di quel prepotente avvio di stagione, poi chiusa all’ottavo posto, c’era anche Oscar Brusi, attuale allenatore dei portieri della Recanatese. Di fatto è l’unico superstite insieme al responsabile tecnico Franco Cingolani, storico dirigente della Recanatese.  «I ricordi sono molto belli, anche se è passato tanto tempo - evidenzia Oscar Brusi, origini piacentine, ora a Morrovalle, tornato alla Recanatese tre stagioni fa dopo le esperienze con Tolentino, San Claudio e Porto Sant’Elpidio come allenatore dei portieri, dai più piccoli a quelli della formazione maggiore - Avevamo una squadra forte e unita. Ricordo che parai anche un paio di rigori nelle prime giornate di campionato. Avevamo diversi giovani interessanti come Bravi e Maccaroni, un leader del posto come Lorenzini e anche un super difensore come Lorenzo Julitti. Mi ha fatto molto piacere affiancare quella storia di 25 anni fa all’avventura attuale, al presente. Perché i giocatori e i tecnici passano, le società e le maglie invece restano».


Questa partenza sprint della Recanatese ha sorpreso anche Brusi. «Diciamo che era auspicata, perché ci sono qualità importanti e si è lavorato molto durante la preparazione - prosegue l’ex portiere di 51 anni - Ben vengano le vittorie e il primo posto, ci danno energia. È comunque presto per qualsiasi tipo di valutazione: non conosciamo ancora fino in fondo la Recanatese e soprattutto non conosciamo ancora bene le altre. Dobbiamo rafforzare la nostra personalità e magari affinare la condizione. All’inizio siamo sempre in un laboratorio e ci sono tante cose che vanno e altre meno. Comunque una considerazione possiamo farla: non esiste la squadra che può ammazzare il campionato come è capitato negli ultimi anni. Con il Cesena ma non solo: pensiamo alla Fermana e alla Vis Pesaro. E il Matelica mi sembra meno forte di quello della scorsa stagione» Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico