Ecco Basket Case, lo sport come integrazione e riscatto in un fumetto

Basket Case, fumetto per motivare all'attività fisica
MILANO - L’Italia è ultima in classifica tra i Paesi occidentali per l’attività fisica giovanile. Oltre il 60% dei giovani italiani trascorre tra le 10 e...

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MILANO - L’Italia è ultima in classifica tra i Paesi occidentali per l’attività fisica giovanile. Oltre il 60% dei giovani italiani trascorre tra le 10 e 11 ore seduto e solo il 40% di loro pratica almeno due ore di attività fisica settimanali . Eppure lo sport previene il disagio sociale giovanile ed è un fondamentale strumento di crescita e di integrazione: questo è il tema al centro di Basket Case, fumetto edito da Shockdom con la collaborazione del celebre cestista Andrea Pecile, in uscita il 29 febbraio.


Basket Case, scritto da Manuel Piubello, disegnato da Davide ‘Dado’ Caporali e colorato da Alberto ‘Albo’ Turturici, racconta la storia di tre ragazzi: Michele ha quasi quindici anni, è introverso, timido e vive in un mondo tutto suo; Riccardo non ha nemmeno vent’anni, ma ha già un bimbo e un lavoro che non gli piace; Karim ha diciassette anni, è di origine libanese, ma vive in Italia da sempre.

Tre ragazzi con nulla in comune, ma uniti da una grande passione: il basket. Mary Floriddia, esperta di marketing sportivo, ha organizzato l'incontro tra Lucio Staiano, Fondatore di Shockdom, e Andrea Pecile, cestista italiano che ha collezionato 78 presenze nella Nazionale Maggiore (partecipando agli Europei del 2001, ai Giochi del Mediterraneo del 2005 vinti grazie a un suo tiro da tre punti allo scadere, e ai Mondiali del 2006), e sin dal primo meeting hanno deciso di collaborare per creare un fumetto italiano dedicato al basket.


L’opera racconta lo sport come elemento centrale nella crescita delle persone, sia perché rappresenta un elemento necessario per il proprio benessere psico-fisico, sia perché contribuisce a far sperimentare in modo diretto valori importanti nelle fasi di sviluppo: rispetto delle regole e degli altri, autodisciplina, abitudine alla fatica e all’impegno, cooperazione all’interno della squadra, accettazione della sconfitta, capacità di gestire le difficoltà e i problemi. Lo sport anche come veicolo per superare differenze linguistiche, religiose, culturali, sociali, per creare contesti in cui può essere favorito il dialogo e l’accoglienza. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico