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ANCONA L’allenatore un mestiere a rischio. Questo lo sanno bene tutti coloro che intraprendono questa carriera. Chiunque accetti di sedersi su una panchina, dalla serie A alla terza categoria sa bene che il suo futuro è sempre in bilico. Ovviamente c’è anche il rovescio della medaglia: gli esoneri consentono di lavorare ad un numero maggiore di trainer. Cambiare il tecnico resta sempre la soluzione più semplice quando le acque sono agitate, anche se spesso non risolutiva. Quest’anno però in Serie C le società stanno decisamente esagerando.
Esoneri a raffica
Sono ben 9 gli allenatori che sono stati esonerati in terza serie sinora. Il girone B, quello dell’Ancona, si è particolarmente distinto con 4 sostituzioni cioè il venti per cento dei club hanno sfiduciato il tecnico scelto in estate.
Nel girone A la tormentata Alessandria ha mandato via Fulvio Fiorin, al suo posto Marco Banchini.
Nel girone C hanno già cambiato l’Avellino, Michele Pazienza per Massimo Rastelli, il Giugliano scegliendo Valerio Bertotto al posto di Lello Di Napoli, il Monterosi scartando Fabrizio Romondini alternato da Roberto Taurino e tre giorni fa il Potenza ha chiuso il rapporto con Alberto Colombo promuovendo Pietro De Giorgio.
Numeri eclatanti
Nove esoneri ai primi di ottobre. Un numero eclatante se si pensa che sono state fin qui disputate appena 7 giornate di un campionato che ne prevede 38, al netto di playoff e playout. Continuando su questi ritmi sarebbero ben pochi gli allenatori in grado di portare a termine indenni il proprio mandato. Il dato delle partite di campionato concesse ai tecnici esonerati è impietoso: Bruniera, Colombo e Raimondi si sono seduti sulla loro panchina appena 7 volte, Di Carlo 6, Romondini e Di Napoli 5, Fiorin 4, Volpe 3 mentre Rastelli si è fermato a 2. Numeri che dovrebbero indurre a riflettere sulle programmazioni delle società che hanno adottato questi provvedimenti. Riconoscere di aver sbagliato la scelta del proprio allenatore, la più delicata nella pianificazione della nuova stagione sportiva, dopo così breve tempo chiama direttamente in causa responsabilità dirigenziali.
L’Ancona
Da quando l’Ancona è tornata nel calcio che conta solo nel finale dello scorso campionato il club ha deciso per il cambio in panchina. Dopo la debacle di Alessandria del 6 aprile è arrivato l’esonero di Gianluca Colavitto. Al suo posto Marco Donadel, confermato a giugno anche per il torneo in corso. L’inizio di questo campionato è stato altalenante, la squadra viaggia sinora ad una media di 1,17 punti a partita.
Molte le attenuanti, con diversi nuovi acquisti arrivati negli ultimi giorni di mercato, calciatori da integrare in fretta, alcuni infortuni ad uomini chiave. In settimana la società è intervenuta per bocca di Roberto Ripa che ha ribadito come “tutte le scelte fatte sono arrivate in sinergia con il direttore sportivo Micciola e mister Donadel che godono della nostra fiducia”. Quest’ultimo nei giorni scorsi ha ricordato come in estate si sia varato un progetto di crescita, nella consapevolezza di una organico da sviluppare. Serve tempo, ma intanto domani a Carrara c’è un’altra sfida difficile. Il calendario non aspetta.
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