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FERMO - Poeta, scrittore, e performer, con un album al suo attivo, Vincenzo Costantino “Cinaski”, da Milano è pronto a venire nelle Marche, dove presenterà il suo spettacolo “I miei poeti rock”, tratto dal suo omonimo libro, il prossimo venerdì 25 marzo, alle ore 21,15, alla sala degli Artisti di Fermo (info 3475706509), e il 26, alle ore 21,30 al Vox live club di Jesi (info 3493539112).
I poeti rock
Il libro, racconta Costantino, nasce dai due anni di pandemia. «Un mio amico giornalista – ricorda – un giorno mi ha invitato a raccontare qualcosa di me, e mi sono aggrappato ai miei ricordi, fatti anche di poeti cantautori e ho iniziato a fare questo “viaggio” nelle mie memorie». Nelle pagine trovano spazio 30 personaggi, tra cantautori italiani e stranieri, che appartengono ai suoi ricordi. Gli artisti sono divisi in sezioni dedicate a uno dei cinque sensi. «Sono personaggi – prosegue – che per me sono degli autentici poeti.
L’amicizia
Tra quelli che narra più spesso, figurano Tom Waits, Leonard Cohen, Rino Gaetano, ma non c’è Vinicio Capossela, con il quale c’è stato un iniziale incontro letterario, ne è scaturita una collaborazione molti anni fa, ma soprattutto una grande amicizia. «Non l’ho messo – racconta Costantino – nel libro, e quindi non ci sarà nello spettacolo, perché siamo talmente tanto amici che non l’ho voluto inserire. Nel libro ci sono personaggi a cui mi sono aggrappato artisticamente, e ne racconto i ricordi. Con Vinicio sono ricordi personali di cui non parlo. Tra noi c’è una splendida amicizia, ci sentiamo molto spesso». Evidenzia però le diverse sfumature artistiche che lo differenziano da Capossela. «Io – spiega Cinaski – sono più affamato di presente, e assetato di futuro, avendo ben saldo il ricordo del passato, non dimentico da dove arrivo. Io cerco la vita e poi la porto nei libri, quando cerco un rifugio lo trovo nella mia intelligenza». Vincenzo Costantino non ha sempre sognato di diventare quello che è oggi e di fare ciò che ha fatto fino a ora. «Ricordo - commenta – che mi piaceva molto sia leggere che scrivere, ogni cosa la mettevo su carta. Sognavo di fare il giornalista, raccontare la vita quotidiana. Poi ho conosciuto Vinicio, tramite conoscenze comuni mi ha portato a scrivere per altri, e non bastava più. Sono diventato anche un cantastorie». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico