Vasco: «Ciao Olimpico, stadio di Totti» Due ore e mezza di grande rock

Vasco Rossi all'Olimpico (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
ROMA - C'erano 65mila persone questa sera allo stadio Olimpico per verificare se Vasco Rossi avesse veramente l'intenzione di appendere il microfono al chiodo. Tante quante ne...

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ROMA - C'erano 65mila persone questa sera allo stadio Olimpico per verificare se Vasco Rossi avesse veramente l'intenzione di appendere il microfono al chiodo. Tante quante ne sono attese per la replica di domani. Tutti tranquillizzati: la pensione del Blasco è cosa lontana, parole e musica di due ore e mezza di grande spettacolo. In tribuna tra gli altri Antonello Venditti e Luca Zingaretti, sugli spalti e sul prato la marea di fan che si stavano preparando all'evento da giorni.




«Ciao stadio Olimpico, lo stadio di Totti», ha esclamato il signor Rossi scatenando un boato, sciorinando poi la sua scaletta, dedicata inizialmente ai brani del nuovo album Vivere o niente, poi tra le altre Siamo soli, Gli spari sopra, con una spettacolare scenografia di fiamme, Eh già, L'aquilone, fino a Vita spericolata e Albachiara, l'inevitabile conclusione di un rito rock. La band è la solita macchina da guerra del rock, potenza di suono e compattezza marchio di fabbrica di Vasco Rossi. Che all'Olimpico è sembrato divertirsi veramente molto, altro che voglia di pensione.



«Sono uno di voi, canto le cose che dite voi, tra noi c'è un'affinità spirituale collettiva: non fatevi fottere, siete i più belli» ha detto il rocker al suo Olimpico. La risposta? Il coro «io sono ancora qua» su E già. Lui c'è, il suo pubblico anche. Ieri, oggi e ancora domani. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico