I Trio Kaos di Pesaro approdano alle finali di Area Sanremo

I Trio Kaos di Pesaro
PESARO - I Trio Kaos approdano alle finali di Area Sanremo. La band pesarese accorcia le distanze verso il palco dell'Ariston. Ma c'è ancora una prossima scrematura...

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PESARO - I Trio Kaos approdano alle finali di Area Sanremo. La band pesarese accorcia le distanze verso il palco dell'Ariston. Ma c'è ancora una prossima scrematura l'8 e il 9 novembre. Iago “Iuko” Baldassarri (voce e chitarra), Elisabetta del Ferro (basso) e Ilaria Imbriani (batteria), intanto, si preparano al nuovo banco di prova.


Iuko, come state vivendo queste eliminatorie?
«In realtà, come accaduto per altri contest a cui abbiamo partecipato, cerco di vederla più dal profilo dell'arricchimento personale. Nel senso che ogni esperienza di questo tipo ti lascia con qualcosa in più nel bagaglio di esperienze».

Lo dice per scaramanzia?
«No, che c'entra. E' chiaro che le selezioni di Area Sanremo sono molto importanti e le stiamo vivendo con grande concentrazione e professionalità. Ovviamente speriamo di poter essere tra quelli che si esibiranno tra le nuove proposte. Ma il bello di queste esperienze è anche conoscere altri giovani artisti come noi e condividere le emozioni».

Quanto manca ancora al palco dell'Ariston?
«Ci sono ancora due turni di selezioni. Il prossimo sarà l'8 e il 9 novembre. Il 10 si sapranno i nomi degli otto artisti che verranno scelti tra i 65 già selezionati. Poi, più avanti, di questo gruppo di otto ne verranno premiati due, che saranno poi gli artisti che effettivamente andranno al Festival di Sanremo».

Come nascono i Trio Kaos?
«Tutto è partito nel 2018, quando io ed Ilaria ci siamo conosciuti. Io avevo scritto qualche canzone. Mentre Ilaria aveva appena cominciato a suonare la batteria, perché in realtà è una cantante. Dopo qualche cambio di formazione è arrivata Elisabetta, ed eccoci qua».

Vi piace definire il vostro stile “random-core”. Ma cosa vuol dire?
«Tra le pieghe della nostra musica c'è il punk, l'hip-hop, il blues. C'è tutta la musica che abbiamo ascoltato fino ad oggi e che ha influenzato e ispirato ognuno di noi. Abbiamo portato tutto questo all'interno di una nostra visione originale di musica. E anche se siamo abbastanza orecchiabili e, perché no, pop, pensiamo che il nostro stile abbia ancora una forte attitudine punk».

E come nasce una vostra canzone?
«Di solito arrivo in sala prove con un pezzo già completo di testo e giro di chitarra, poi lavoriamo tutti assieme per la rifinitura e gli arrangiamenti. Cerco sempre di far sì che si lavori collettivamente alle canzoni, quindi ben venga se Ilaria o Elisabetta mettano del loro anche sulla creazione dei testi o sulle melodie».

Ecco, i testi di che cosa trattano?
«I testi sono ironici e parlano di vita quotidiana affiancata a teoremi d'ispirazione scientifica. Il brano con cui siamo in gara per Sanremo si chiama “Dimensione quantistica” e tratta di un amore finito male. Il riferimento al mondo quantistico riguarda l'amore che resta nel tempo, come le particelle nella fisica quantistica».

Oltre alle selezioni per Sanremo, cosa bolle in pentola?

«Ci sono i concerti, ovvero la parte più importante per la nostra attività. Più di tutti vogliamo portare i nostri brani ovunque ci sia la possibilità. Infatti il 10 novembre saremo in concerto a Firenze, poi di nuovo a Pesaro. E stiamo lavorando ad alcune date per il mese di dicembre». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico