"Le tre vecchie" allo Sperimentale Un attacco alla società dei consumi

Una scena della pièce
PESARO - Mercoledì 30 marzo con "Le tre vecchie" della Compagnia Teatro C.A.S.T. diretta da Alessandro Marinelli prosegue a Pesaro (Teatro Sperimentale)...

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PESARO - Mercoledì 30 marzo con "Le tre vecchie" della Compagnia Teatro C.A.S.T. diretta da Alessandro Marinelli prosegue a Pesaro (Teatro Sperimentale) TeatrOltre, un palcoscenico per i linguaggi più innovativi della scena giunto alla dodicesima edizione su iniziativa del Comune di Pesaro con AMAT e il contributo di Regione Marche e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

 
Attraverso questo testo, Alejandro Jodorowsky sferra un attacco alla società dei consumi, dove perfino il dolore e la miseria diventano spettacolo e lo sfruttamento mediatico delle proprie sciagure può condurre alla fama e alla ricchezza. Teatro C.A.S.T. riscrive il testo da un’altra angolazione, concentrandosi maggiormente sulla condizione della vecchiaia, sui risvolti psichici che i traumi della giovinezza provocano nella vita di chi li ha subiti.
 
“Le vecchie contesse De Felice, nobili gemelle decadute - scrive Alessandro Marinelli nelle note di regia -,sono affette da un grave disturbo psichico: rimuovono sistematicamente il loro misterioso passato, lo distorcono, s’imbellettano come fanciulle in fiore nella speranza di attrarre spasimanti che le salvino dalla miseria e che le rendano madri, senza alcun pensiero alla sterilità anagrafica in cui sono ormai confinate. Paradossalmente, ora che la vecchiaia le ha ormai divorate, nei loro corpi appassiti rinverdiscono le tensioni sessuali della giovinezza, il loro essere brama l’irruenza del corpo maschile, la loro carne risente la morsa d’un piacere malato, consumato anni addietro in modo aberrante, nel perimetro angusto delle mura domestiche. Sono creature che vivono ai margini queste contesse, larve reiette, schernite ed estromesse da un mondo che non sa comprendere. Osservandole, mi tornano alla memoria le parole con cui Pirandello descriveva il sentimento del contrario: “vorremmo ridere, ma il riso non ci viene alle labbra schietto e facile; sentiamo che qualcosa ce lo turba e ce l’ostacola; è un senso di commiserazione, di pena e anche d’ammirazione”. E infatti, mentre l’intreccio procede in costante bilico tra la pochade e il Grand Guignol, avvertiamo il peso d’un dolore insopportabile, d’uno strazio lacerante e impossibile da cancellare. Avvertiamo l’abisso. Ed è appunto l’abisso ciò che più m’interessa indagare, l’orrore da cui origina una devianza, la genesi d’un comportamento non allineato. Perché oggi - come ieri - ciò che è diverso è spesso demonizzato. Invece, prima d’ogni altra cosa, ciò che è diverso dovrebbe essere compreso”.
 
In scena per lo spettacolo le attrici Rossana Candellori, Romana Romandini, Silvia Maria Speri ed Elisa Maestri. Le scene, le luci e gli effetti video sono di Pietro Cardarelli, i costumi di Marilena Cinciripini, le maschere di Anna Sances.

Inizio rappresentazione previsto alle ore 21.
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Corriere Adriatico