MILANO - Tanti consensi per la musica, ma qualche dubbio sui costumi. La Traviata divide, ma non troppo gli appassionati. Il...
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Il melomane Saverio Borrelli ha trovato «la parte musicale straordinaria, curata con amore nei dettagli». E anche la messa in scena ha conquistato la sua approvazione: «Si può fare, c'è una sorta di ipercinesismo per cui si devono sempre muovere, ma mi piace e non mi scandalizza nemmeno la cucina perchè è campagna». Proprio la cucina scatena invece i dubbi di Livia Pomodoro: «L'allestimento potrebbe anche andar bene, ma ho qualche dubbio sulla cucina, io gli ospiti li ricevo in salotto». L'opera conquista invece l'approvazione totale dell'ex ministro Corrado Passera: «È bellissima, bisogna avere il coraggio di cambiare e di osare». Positivo anche il commento dell'assessore alla Cultura, Filippo Del Corno: «È uno spettacolo molto bello, che porta il dramma di Verdi nel presente, recitano cantando e cantano recitando. Negativa l'impressione di Gabriella Dompè: «C'è un limite alla modernità e al realismo, per la prima della Scala ci vuole un pizzico di sogno, qui si scade nella sciatteria, nella scena della cucina di campagna non si capiva nemmeno chi era Violetta e chi era la cameriera«. Parzialmente d'accordo anche l'ètoile del balletto scaligero, Roberto Bolle, che trova «un realismo forse esagerato perchè il pubblico della Scala chiede magia e raffinatezza, vuole sognare». Bolle è rimasto stupito dalla fisicità del soprano: «Nel mio immaginario Violetta è molto raffinata, vederla in queste vesti mi lascia perplesso«. Ma ciò che è piaciuto meno al ballerino sono gli abiti, perchè in questo momento c'è bisogno di magia, non di realismo». La più delusa è la presidentessa degli Amici della Lirica, Donatella Javarone: «Questa è una Violetta violentata».
Soltanto «un po' deluso» invece Bruno Vespa, che però trova straordinari gli interpreti. Mentre Armani insiste. «Il primo atto lascia molto perplessi, ma è il mondo di adesso e il regista ha avuto molto coraggio - dice - Non mi pronuncio sugli abiti, anche se l'opera è piena di cose nuove, ma le cose migliori sono le più semplici». Comunque «la Violetta vista da Armani è un'altra», conclude. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico