URBINO - Toquinho al Teatro Sanzio di Urbino. Prenotazioni in arrivo da tutt'Italia. Venerdì 9 ottobre un imperdibile appuntamento, un’anteprima eccezionale della stagione...
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Accordi e armonie uniche faranno rivivere i grandi successi mondiali dell’artista accompagnato dalla sua inconfondibile chitarra. Il maestro ripercorrerà la sua carriera attraverso canzoni come “Aquarela do Brasil” e “Garota de Ipanema” dando vita a uno spettacolo all’insegna della storia della musica brasiliana e mondiale, un’emozione unica e irripetibile. Nonostante i genitori brasiliani di nascita, il cognome di Toquinho denuncia origini italiane. Il nonno paterno era infatti nativo di Torino e la nonna paterna era nata in Calabria; i nonni materni venivano invece da Mantova.
Da piccolo era chiamato da tutti Toninho, diminutivo di Antonio. Fu sua madre a trasformare il nomignolo nel vezzeggiativo Toquinho, dopo averlo visto accennare a lievi passi di danza. L’artista crebbe nel clima musicale degli anni cinquanta in cui fiorivano le sperimentazioni del pianista Johnny Alf e dei cantanti Dick Farney e Lúcio Alves.
Al loro fianco si sviluppavano i germi della bossa nova, grazie ai contributi, fra gli altri, di João Gilberto, Tom Jobim, Vinicius de Moraes, Ronaldo Bôscoli, Roberto Menescal, Carlos Lyra, Baden Powell. Dopo avere imparato a suonare la chitarra sotto la guida del virtuoso strumentista e compositore Paulinho Nogueira, non ancora ventenne decise di intraprendere la carriera musicale dopo aver conosciuto Chico Buarque de Hollanda. A metà degli anni sessanta, Toquinho esordì come compositore scrivendo “Lua Cheia” e venne a contatto con l’ambiente artistico e intellettuale che si era radunato a Rio de Janeiro.
Lì ebbe occasione di crescere culturalmente e musicalmente grazie alle collaborazioni con gli artisti che qualche anno prima avevano dato vita al sound innovativo. L’incontro che segnò la sua carriera avvenne nel 1969; Toquinho strinse amicizia con il poeta Vinicius de Moraes e si legò a lui in un sodalizio artistico di lunga durata. In molti ricorderanno la splendida “O desespero de Pietade”, cantata anche da Jannacci “La disperazione della pietà”. Gli anni settanta lo videro allontanarsi dal Brasile per sfuggire alle pesanti conseguenze del colpo di Stato militare che limitava la libertà di espressione. Assieme a Chico Buarque approdò in Italia che divenne la sua seconda patria.
Dopo un breve rientro nel paese natale, ritornò in Italia dove fu raggiunto da Vinicius e dove lavorò anche con Sergio Endrigo e Sergio Bardotti, oltre a registrare le popolari incisioni con il poeta brasiliano e Ornella Vanoni. Nel 1983 ha ottenuto un notevole successo con l'album “Acquarello”, scritto insieme a Maurizio Fabrizio e Guido Morra e acclamato sia in Italia che in Sudamerica. Prevendita biglietti due giorni precedenti il concerto dalle ore 15 alle 13 e dalle 16 alle 20. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico