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TOLENTINO - Si intitola “L’onda che verrà” l’ultima fatica teatrale di Sergio Muniz che sarà portata in scena in anteprima nazionale al Politeama di Tolentino, domani, sabato 26 alle ore 21 (biglietti online liveticket.it), e poi domenica 27 alle 21,30 all’Arena Gigli di Porto Recanati (vivaticket.com).
Sergio com’è ripartire con un nuovo spettacolo in residenza?
«Qui mi sento veramente come se fossi a casa mia. Per la verità non ho molto tempo per altro, sto sempre dentro al teatro di Tolentino, ed è stupendo».
È un caso che lo spettacolo, che parla di mare, sia nel decennio del mare Unesco?
«Ho iniziato a pensare questo spettacolo prima, a raccogliere le idee. Poi per altri motivi ho conosciuto l’Unesco, parlavano proprio di questo, e con qualche piccolo aggiustamento, eccolo qua».
Che storia narra?
«Narra tante cose, che alla base hanno sempre il mare. È lui che unisce la storia alla mia esperienza personale, in questo caso, romanzata. Ho voluto raccontarla per far sì che ci ponessimo tutti delle domande. Il mare è perfetto, il mare è come una tela da dipingere con tutte le storie».
Il messaggio che vuole trasmettere?
«Non ce n’è uno solo, per la verità. Voglio suscitare tante riflessioni, non dare una sola morale. L’intento è quello di mostrare come il mare può essere un elemento di unione».
Ovvero?
«Sul palco ci saranno due personaggi, anche se sarò solo. Ci sono un surfista e un marinaio. Ovviamente hanno due vite diverse, fanno scelte diverse, hanno diverse prerogative, differenti obiettivi, ma un aspetto è sempre costante: il mare».
Come nasce questa storia?
«Ho iniziato a scriverla tre anni fa. Anche se dovrei dire che allora ho iniziato a raccogliere pensieri e canzoni. Non sono un drammaturgo e quindi con la collaborazione di Francesco Faciolli, che ha creato e aggiunto quello che serviva, ho potuto avere questo testo. Senza di lui non ce l’avrei fatta, così come senza la produzione e i tecnici, non potrei fare questo spettacolo, anche se sono da solo sul palco».
Dopo Tolentino, Porto Recanati...
«Ci sono già stato, anzi, devo dire grazie alla città. A Porto Recanati abbiamo realizzato molte immagini che poi saranno parte dello spettacolo. In particolare un grazie lo rivolgo a Marino e Filippo, questi due marinai che ci hanno dato la barca, e alle tre del mattino ci hanno accompagnato in mare. Per me il mare è tutto, il pianeta dove viviamo, noi galleggiamo».
Le Marche quindi le piacciono?
«Moltissimo! Vengo sempre da oltre 20 anni, ho amici carissimi, mi sono sempre trovato molto bene. I marchigiani sono molto accoglienti».
Dopo l’Onda che verrà ci sono altri progetti nella sua agenda?
«Per ora mi dedico a questo.
Corriere Adriatico