TOLENTINO - Flavio Insinna arriva a Tolentino con “La macchina della felicità”. Questo infatti il titolo dello spettacolo che andrà in scena questa...
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Tempo di ricreazione
«L’idea è nata durante le presentazioni del mio libro - racconta Insinna - mentre mi rendevo conto che presentavo un testo sulla felicità ma ero io a non essere felice. Era un modulo che non mi piaceva, così all’ultima presentazione alla Feltrinelli di via Tuscolana a Roma invitai anche il maestro Angelo Nigro che mi accompagnò con il pianoforte. Ci siamo divertiti ed è scattato qualcosa. Dopo qualche tempo presentammo il libro a Napoli e Nigro portò anche il basso e la batteria e capii che quella era la strada giusta».
Ogni show è diverso
Da un esperimento nato per caso, dunque, il libro di Flavio Insinna è diventato uno spettacolo dinamico che ogni volta non è mai uguale alla replica precedente: «Dopo la presentazione di Napoli, seduti ad un ristorante, Nigro e Arturo Morano, manager e organizzatore, mi fecero firmare su un tovagliolo che avremmo iniziato a provare questo format e che non li avrei fatti attendere molto per portarli in scena». È così che il gruppo ha iniziato a cucire le pagine del libro con la musica. Nel frattempo si sono aggiunti il sassofono, la chitarra, la cantante. E parte integrante dello spettacolo stesso lo è diventato il pubblico che prima di entrare in sala scrive un pensiero sulla felicità.
Cos’è la felicità
«Nel corso di questi anni ho messo da parte così tanti pensieri che potrei scrivere un altro libro. È anche grazie al pubblico che ogni volta lo spettacolo prende una forma diversa. Ormai pensiamo che sia un’opera che ha una vita propria». Il successo, lo spettacolo, ma se a Flavio Insinna si chiede cosa sia per lui la felicità, l’attore risponde che ha vinto due oscar: «Mia sorella e mia madre. Se stanno bene loro io sono felice. Per il resto, tutto si può risolvere». Un piacere per Insinna esibirsi a Tolentino dove aveva avuto modo di fare qualche prova dello spettacolo la scorsa estate: «In quei giorni di prova è nato qualcosa. Essendo uno spettacolo in evoluzione si cerca sempre di migliorare e ricordo i giorni di prove a Tolentino come momenti molto positivi per questo spettacolo». Tolentino è anche una città dove il teatro conta molto e sono sempre tanti i giovani che scelgono di intraprendere questa strada. A loro Insinna dice: «Cercate sempre maestri professionisti perché per tutta la vita avrete bisogno di loro e non vi stancate mai di essere curiosi fino all’ultimo giorno della vostra vita». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico