Catà protagonista sul palco a Tolentino: «A Biumor porto Proietti»

Il sangiorgese Cesare Catà performer e storytelling che intreccia teatro e cabaret
TOLENTINO - L’edizione 2020 di Biumor, il festival dedicato alla filosofia dell’umorismo, è dedicata al tema della “stupidità” e...

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TOLENTINO - L’edizione 2020 di Biumor, il festival dedicato alla filosofia dell’umorismo, è dedicata al tema della “stupidità” e sarà solo online e sui canali network di èTv, oggi e domani, sabato 28 e domenica 29 novembre. Promosso dal Comune di Tolentino e organizzato da Popsophia, tra gli ospiti ha Cesare Catà: l’attore, scrittore, e filosofo sangiorgese interverrà insieme ad altri, stasera a partire dalle 21,30. 


Come sta affrontando questo nuovo blocco?
«Con preoccupazione, e anche un po’ di frustrazione. Le naturali espressioni di un’artista sono bloccate, la situazione, per quanto necessaria, però è dolorosissima».
Cosa ha annullato?
«Stavo facendo il ciclo di lezioni sui filosofi a Sant’Elpidio a Mare, mentre a Porto San Giorgio dovevo iniziare una nuova rassegna di lezioni-spettacolo dedicata alle rockstar. Non avevo ancora pensato ad altro, visto il clima di incertezza che già c’era prima della chiusura. Anche quest’estate è andata come è andata. Abbiamo trovato un compromesso, ma un teatro fatto in questo modo non era il massimo».
Perché? 
«Con mille norme, distanziamento e mascherine, non è un vero modo di fare teatro. La situazione è complicata, ma in estate è andata bene, oltre le aspettative». 
Esclude l’online?
«A parte delle lezioni su una piattaforma tra Milano e Bologna, per ora sì; forse qualcosa a Natale. Il teatro non si deve traslare sul digitale, non può essere fatto a distanza. Così come la scuola. Non può esistere teatro senza il pubblico».
L’appuntamento con Biumor? 
«Avrei dovuto fare questo intervento dal vivo, a Tolentino, se il festival si fosse fatto in presenza, come la scorsa estate a Pesaro. La tragedia che viviamo non permette altro che l’online e dunque così sarà. Farò un omaggio di Gigi Proietti, a cui sono legato molto come artista, essendo lui a mio avviso il prototipo dell’attore shakesperiano italiano. Ho questo compito-onore di raccontare la comicità, a volte drammatica, di Gigi Proietti». 
Quando dice onore, è perché per lei è come se fosse un mentore?
«Non ho mai avuto la fortuna di incontrarlo, l’ho visto una sola volta dal vivo, lo seguo da sempre, è un punto di riferimento per me e per tutto il teatro in Italia. Ha interpretato perfettamente la filosofia del teatro shakesperiano, mettendo comico e tragico insieme».
Altro in vista? 
«Prima o poi questa “cattività” finirà e vorrei tornare a fare le rassegne. Ad Ascoli, Macerata, Porto San Giorgio. E magari potrei tornare a Shakespeare on the beach, Shakespeare juke-box, e uno spettacolo nuovo in collaborazione con i bar, Rhapsody happy hour». 
Come sarà organizzato?

«In collaborazione con barman, il pubblico sceglierà un cocktail, al quale è abbinato uno scrittore che amava quel cocktail. Ad esempio Fitzgerald e il gin tonic: io racconto lo scrittore, il barista prepara e il pubblico degusta». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico