PESARO - Il ritorno alla parola è l' incipit di Parole&Musica, lo spettacolo di Eugenio Finardi. Lo show è concepito appositamente per location più intime e raccolte dove...
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Finardi, ci racconta qualcosa in più di Parole & Musica?
E' uno spettacolo con una parte musicale ed una di dialogo, di racconto, perché in questo momento storico c'è voglia e bisogno di sentirsi dire delle cose. Non è un caso che i talk show urlanti stiano calando negli ascolti, mentre si cercano le occasioni con artisti, filosofi, scrittori ed attori. C'è l'esigenza di approfondire i temi che in questi tempi turbolenti sempre più ci inquietano. Vogliono le storie che hanno ispirato le mie canzoni e le riflessioni che questi quarant'anni di carriera e di esperienza mi hanno portato a fare. L' argomento stesso della parola è al centro dello spettacolo, della sua ambiguità contrapposta con l' arte assoluta della musica, che non contiene ambiguità.
Un ruolo, il suo, che presuppone un forte senso di responsabilità!
Ho sempre pensato che nello scrivere canzoni ci debba essere un grande senso di responsabilità e, quando ho avuto occasione di tenere delle lectio magistralis nelle università, ho affrontato il tema dell' etica, della necessità di un'etica all'interno della 'musica ribelle'.
'Fibrillante' è un album che somatizza importanti problematiche sociali di questo momento storico inquietante.
Nella carriera, quella che ho fatto è tenere un lungo diario dei tempi che vivevo. Oggi il periodo è oscuro, palesemente ingiusto economicamente, una specie di nuovo Medioevo in cui pochissimi detengono gran parte della ricchezza e la spostano qua e là nel mondo. La globalizzazione è stata in realtà solo quella della finanza, contro il benessere umano.
Come si è inserita nel gruppo sua nipote Federica?
E' la figlia di mia sorella ed è americana. E' venuta in Italia per specializzarsi a Fiesole in violoncello ed ha suonato nell'orchestra giovanile italiana. E' brava ad improvvisare e si è inserita bene in un contesto come quello della mia musica. Devo dire che sono proprio contento del suo supporto che dà un tocco speciale al concerto.
Quale miglior location per uno spettacolo di questo tipo che Urbino, capitale della cultura marchigiana?
La zona delle Marche che va da Sant'Arcangelo di Romagna al Gran Sasso è la parte più fortunata d'Italia. Adoro l'interno di questa regione più che la costa, troppo affollata. La qualità della vita è forse la più alta che abbiamo, si mangia benissimo ed ha la più alta concentrazione di teatri. E' una regione incantevole. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico