Gli hacker "guardoni" spiavano migliaia di persone in casa: il caso a Striscia. Come difendersi

I consigli della Polizia postale su come tutelarsi

Striscia la Notizia e la videosorveglianza hackerata: scoperte migliaia di telecamere a circuito chiuso che spiano le persone
  Attenti ai guardoni, intima Luca Abete dai microfoni di Striscia la notizia. L'inviato del tg satirico è andato a indagare sul fenomeno...

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Attenti ai guardoni, intima Luca Abete dai microfoni di Striscia la notizia. L'inviato del tg satirico è andato a indagare sul fenomeno della videosorveglianza hackerata o, per dirla con le sue parole, «videosorveglianza illecitamente sorvegliata».

 

Striscia la Notizia e la videosorveglianza hackerata

I

Il caso era stato già smascherato nel mese di giugno dalla Polizia postale, che aveva scoperto l'attività illecita di un'associazione di hacker che si occupa di trasmettere su siti, immagini di videocamere a circuito chiuso senza il consenso dei proprietari.

«Abbiamo scoperto due organizzazioni criminali – spiega Rocco Nardulli, vice questore della Polizia di Stato –. Un'operazione che ci ha consentito di scoprire questo fenomeno di vendita online di immagini, ma soprattutto di credenziali di accesso a telecamere Ip, quindi a telecamere connesse a Internet e a sistemi di videosorveglianza che li gestiscono».

Le immagini intercettate dai luoghi domestici privati sono inquietanti e rappresentano una grave violazione della privacy da parte di siti che, in alcuni casi, risultano ancora attivi. «C'è un mosaico di immagini ferme, si tratta di anteprime di impianti di videosorveglianza, intercettati in Italia, ma anche in tantissimi Paesi esteri.

Capannoni, uffici, autolavaggi, ma anche sale d'attesa in studi medici. «Ma la cosa più inquietante sono le migliaia di intercettazioni in luoghi domestici privati. In alcuni casi questi siti danno la possibilità di gestire il pannello di controllo delle immagini a circuito chiuso presenti in caso, scegliendo la ripresa preferita». Una sorta di Grande Fratello fatto a spese degli inconsapevoli proprietari delle abitazioni che subiscono una grave violazione della privacy e della loro stessa sicurezza. «È un paradosso perché magari le telecamere vengono installate per aumentare il livello di sicurezza e in realtà si traducono in uno strumento di insicurezza, di vulnerabilità».

Come tutelarsi

Come tutelarsi dai cosiddetti «guardoni»? «Dobbiamo scegliere una password solida, quindi che contenga almeno 8 caratteri di cui almeno una lettera maiuscola, possibilmente non all'inizio della password, almeno 3 numeri e dei caratteri speciali. Meglio parole non di senso compiuto, che si possono trovare sui vocabolari. Nel dubbio è meglio affidarsi a dei professionisti fidati, che sapranno installare le telecemere nella maniera più adeguata con un'accortezza: la password dovremo essere sempre noi a sceglierla».

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Corriere Adriatico