Shakespeare, dopo Canfaito. L'attore Tosoni si confessa: «Se avessi un teatro riaprirei oggi»

Stefano Tosoni, attore, autore e produttore
FERMO - Ha appena finito di girare un corto a Canfaito, nel Maceratese, attende il debutto a teatro del testo che ha scritto lui stesso, “Alma Mater”, e nel frattempo,...

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FERMO - Ha appena finito di girare un corto a Canfaito, nel Maceratese, attende il debutto a teatro del testo che ha scritto lui stesso, “Alma Mater”, e nel frattempo, insieme ai colleghi di Proscenio, sta pure organizzazione un Festival shakesperiano per la prossima estate fermana: l’attore sangiorgese Stefano Tosoni si racconta.

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Com’è stato girare “Autoritratto con Arma”?
«Divertente. È prodotto da Berta film, toscana, ma abbiamo girato tutto a Canfaito, con l’atmosfera magica che lo contraddistingue. La storia parla di un padre separato, Giovanni, interpretato da Giorgio Montanini, che porta suo figlio quattordicenne a caccia per la prima volta. Il padre e lo zio, interpretato da me, lo accompagnano nei boschi per iniziarlo appunto alla caccia».


Di che genere è?
«È un corto drammatico, d’essai, e ci sarà molto dialetto fermano, voluto espressamente dalla produzione».


Nel frattempo segue la messa in scena di Alma Mater.
«Sì e speriamo di poterlo fare, è una delle date del cartellone in preparazione per maggio/giugno».


Come Proscenio vi cimenterete pure con Shakespeare: cosa farete?
«Sarà un festival di sette giorni, previsto nella penultima settimana di luglio a villa Vitali di Fermo. Faremo spettacoli, conferenze, ogni evento avrà come tema proprio il Bardo. Un progetto che valorizza sia il luogo sia i talenti locali, e ringraziamo per questo l’amministrazione comunale fermana».


Avete già definito il programma e gli ospiti?
«Al momento posso solo dire i nomi di chi farà le conferenze, abbiamo fissato solo quelli. Ci sarà ovviamente Cesare Catà, parlerà Luigi Maria Musati, e arriverà anche Moni Ovadia. Per gli spettacoli ci sarà una nostra produzione e un’altra che sarà scelta con un bando nazionale. A fare una prima scrematura sarà il pubblico degli osservanti».


In che senso osservanti?
«Nel gruppo Facebook di Proscenio abbiamo pubblicato un avviso. Chi vuole ci scrive e può visionare il materiale. Saranno quindi gli spettatori che selezioneranno cinque rappresentazioni finaliste, tra le quali noi sceglieremo chi parteciperà al festival».


E la vostra produzione?
«Sarà una rappresentazione del “Giulio Cesare”, e per i ruoli minori sceglieremo 7 o 8 allievi di un laboratorio che faremo prossimamente».


Tornerà in scena con De Bernardin per Epos?
«Sì di nuovo stand up tragedy, l’anno scorso abbiamo fatto l’Iliade, quest’anno faremo l’Odissea. Farà parte sempre di Tau, e per questa seconda edizione stiamo pensando a una sorpresa».


Di che genere?
«Non posso anticipare molto, però posso dire che vorremo provare a portare qualche nome importante. Stiamo valutando».


È evidente la sua voglia di ricominciare…


«Non aspettiamo altro. Se avessi un teatro mio riaprirei pure subito, oggi stesso, è ora di dire basta a queste restrizioni. Anche perché: immaginiamo un giorno in cui spettacoli, arte e cultura dovessero scomparire. Io mi chiedo, togliendo tutto questo, cosa resterebbe?». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico