ANCONA - La carne, la morte e il diavolo... l'astuzia umana, l'ingenuità e la consapevolezza raggiunta: c'è tutto di noi, nelle novelle del...
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Questa seconda stagione prosegue con immutato consenso da parte del pubblico, che rimane deliziato da questa sorta di commedia dell'arte in cui una avventurosa compagnia di giro, sul suo “carro di Tespi” malandato, mette in scena nelle piazze di paese alcune delle più sapide novelle boccacciane. Stefano Accorsi entra ed esce dai ruoli, proteiforme e scaltro, mobilissimo accanto a Silvia Ajelli, Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia e Mariano Nieddu. La drammaturgia è a cura di Maria Maglietta, le scene e i costumi di Carlo Sala, il disegno delle luci è di Luca Barbati.
Accorsi, cosa è cambiato nello spettacolo, alla seconda stagione?
“Marco Baliani ha preteso una settimana di prove, prima di partire per la tournée, aggiungendo e togliendo, in base a scoperte maturate durante le rappresentazioni, nel rapporto col pubblico. Trovo che abbiamo raggiunto così un livello maggiore di concretezza, il ritmo è più tonico, dinamico”.
Dopo Ariosto, con il Furioso Orlando, e Boccaccio con il Decamerone, sarà la volta di Machiavelli. Una missione, la vostra?
“Intendiamo valorizzare le nostre radici, e allora potremmo continuare anche per tutta la vita... Certo, la nostra è una rilettura dei classici italiani in chiave teatrale, riscoprendoli in un contenitore insolito: si tratta di comunicare diversamente la letteratura, che viene così vissuta, rappresentata! Baliani rispetta il testo, ma se è teatro che deve fare, non esita a tradirlo”.
Machiavelli, qualche anticipazione?
“Stiamo lavorando al Principe, ma contaminandolo con la Mandragola e con i racconti della sua vita, sul tema dell'uomo in rapporto con la società, ma anche sull'essere umano, e la dinamica complessa del rapporto del potere con la cosa pubblica”.
La natura umana, insomma, come nel Decamerone! Quale, dei tanti ruoli che vi gioca, lei ama di più?
“Avere a disposizione tanti personaggi nello stesso spettacolo è il massimo per un attore... e noi giochiamo con i caratteri! Forse quello che mi piace di più è il marito geloso, perché vi si dimostra meglio che in altri che Boccaccio non si mette mai al di sopra dei suoi personaggi, ma sempre alla pari: tiene conto delle diverse fragilità. E quella del marito geloso è grande: se mal gestita, può portare a una tragedia!”.
Decisamente molto attuale, Boccaccio! Da vedere e rivedere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico