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SENIGALLIA - Il palco del Mamamia di Senigallia è pronto ad accogliere venerdì 19 agosto (ore 22,30 inizio del concerto con apertura dei cancelli un’ora prima) la musica reggae di Alborosie. Il cantautore e musicista di origine siciliana può vantare il recentissimo singolo “La più bella del mondo”, uscito a giugno per Sony Music Italy, interamente cantato in italiano e con la partecipazione di Neffa, uno degli artisti più influenti dal panorama musicale tricolore.
La scelta
«La scelta della lingua italiana per questa canzone – spiega Alborosie – è figlia della mia libertà perché ho la fortuna di non essere mai stato forzato nelle scelte. Mi sono detto “facciamo delle canzoni in italiano” cercando una connessione con la mia terra, e questa sarà la prima di alcune che arriveranno dopo “La più bella del mondo”. È una maniera diversa di evolvere il mio genere, un dovere che rispecchia il mio essere ambasciatore della musica reggae nel mondo».
La fedele band
Il live di Senigallia sarà accompagnato dalla sua fedele band Shengen Clan, e sarà caratterizzato da un mix tra i suoi più grandi successi e un momento dedicato al suo pubblico italiano. «La band sarà composta da italiani e giamaicani e sarà assolutamente live. Io credo – prosegue Alborosie - che la musica debba essere suonata dal vivo, con grandi musicisti e con un pubblico pronto a saltare e divertirsi. Al Mamamia succederà questo: musicisti che si divertono per un pubblico che sicuramente saprà fare altrettanto. È la formula vincente anche per i prossimi 200 anni, è come un piatto di pasta con sugo, basilico e parmigiano: funziona sempre a qualsiasi latitudine».
I prossimi impegni
Il reggae è un genere che parla ancora a tantissimi fan, generazioni e culture diverse, capace di unire nuovamente il pubblico sotto un palco dopo le difficoltà della pandemia. «Dopo questo tour europeo – conclude Alborosie - andremo in Sud America per poi ritornare ancora in Europa toccando anche l’Inghilterra. Ma la musica non finirà lì, perché a febbraio 2023 sarà la volta degli Stati Uniti per quello che sarà quasi un giro del mondo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico