Arriva la rockstar della fisica: Greison oggi a Senigallia con “Leona Woods, la fisica di Oppenheimer racconta il progetto Manhattan”

Arriva la rockstar della fisica: Greison oggi a Senigallia con “Leona Woods, la fisica di Oppenheimer racconta il progetto Manhattan”
Perchè temere la fisica quando la si può trattare a teatro con musica, monologhi o altri spettacoli? É questo lo spirito con cui Gabriella Greison, fisica,...

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Perchè temere la fisica quando la si può trattare a teatro con musica, monologhi o altri spettacoli? É questo lo spirito con cui Gabriella Greison, fisica, gira l’Italia e, non a caso, tutti la definiscono anche rockstar della fisica. Greison sarà al teatro La Fenice di Senigallia, alle 21 di oggi, martedì 23 aprile, con il suo nuovo spettacolo “Leona Woods, la fisica di Oppenheimer racconta il progetto Manhattan”.

 

La scelta

Nessuno conosce la figura di Woods, anche Greison l’ha conosciuta facendo delle ricerche di fisica quantistica. «Leona – così ne parla – a 23 anni fu una dottoranda assunta al progetto Manhattan. Si sposò, ebbe un figlio e lavorò al progetto di fisica nucleare in un mondo di tutti uomini». Quindi le ricerche sulla figura della fisica Woods, negli Stati Uniti, e la decisione di scrivere prima un libro e poi, con il regista Alessio Tagliento, di farne uno spettacolo teatrale. Racconta Greison: «Ho fatto ricerche e ricostruito il suo modo di fare molto spigliato in un ambiente più maschile, dove le donne fanno fatica ad emergere. Parlo in prima persona, di donne dedite alla fisica ce ne sono molto poche». Quindi il lavoro con il regista: «Abbiamo posto l’accento sui particolari più comici e ironici che si trovano nella storia di Leona Woods, abbiamo aggiunto le musiche di Francesco Baccini e con la distribuzione di Imarts, eccoci qua a Senigallia, sono contenta di esserci. Da fisica nucleare sono contenta di poter raccontare Leona, mi piace poter essere lei, è bello poter far capire che una donna può realizzarsi anche in ambito scientifico».

La fisica

La fisica, per parafrasare un noto proverbio, abbaia tanto ma non morde e chi la teme, dice Greison, sono soprattutto le ragazze. «Sono soprattutto loro – puntualizza – ad averne più paura, non c’è un role model donna per la fisica e mi chiamano “rockstar della fisica” anche per questo, per come sto sul palco, sempre in giro, raccontando storie, in questo caso di una donna, dedita alla fisica, facendolo in prima persona». Timore, diffidenza, paura o quello che si pare, almeno a teatro, si possono mettere da parte. «I professori sono altri – dice Greison – loro fanno una maratona. Io, sia ben chiaro, sono dalla parte di professori e studenti, bisogna cambiare le regole, non riempire solo moduli e avere una gerarchia e verticalità così rigida».

Greison però non dimentica mai il metodo scientifico, nemmeno quando è sopra un palco in un teatro: «Nella fisica ci sono poche donne, per me è una sfida, mi metto alla prova. Non abbasso l’asticella, l’alzo, e il metodo scientifico lo applico ovunque, pure sul palco, è per questo che non manca mai il confronto con i registi». Tra le donne che l’hanno ispirata di più, c’è Edy Lamarr. «La donna più bella del mondo – osserva Greison – ma anche l’inventrice del wi-fi. Oggi però dico proprio Leona Woods che con due figli rappresenta anche la rivincita di chi, donna, ce l’ha fatta pure con la famiglia: era nel gruppo di Fermi». Questo è lo spirito con cui Greison fa il suo teatro di narrazione: «Non mi snaturo, non faccio esperimenti e il segreto è andare poco in tv».

 

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Corriere Adriatico