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OFFERTA SPECIALE
«La Rai non può fare a meno del Festival, Sanremo non può fare a meno della Rai». Così il direttore artistico e conduttore dell'ultima edizione di Sanremo, Carlo Conti, aveva commentato, nel dicembre scorso, proprio al Casinò, la sentenza del Tar - piombata come un fulmine a ciel sereno - che imponeva al Comune matuziano di bandire una manifestazione di interesse per la scelta dell'organizzatore del Festival della Canzone Italiana per le edizioni 2026, 2027 e 2028, con eventuale proroga per un massimo di due anni. Così è stato e oggi, nel giorno di scadenza dei termini per presentare le offerte, è giunta una sola busta: quella della Rai. L'esito arriva a pochi giorni da giovedì 22 maggio, giorno in cui il Consiglio di Stato discuterà l'appello di Rai e Comune di Sanremo contro la pronuncia del tribunale amministrativo. Ma non finisce qui.
Lo scontro al Tar
Per venerdì 23 maggio, inoltre, il Tar Liguria ha fissato un'altra udienza, quella relativa alla richiesta del discografico Sergio Cerruti (etichetta Je) - lo stesso che aveva presentato ricorso contro la convenzione diretta con la Rai - di sospendere la delibera con cui il Comune di Sanremo fissava gli indirizzi del bando.
«Se le verifiche di congruità e delle procedure giuridiche in corso confermeranno l'esito delle procedure sulla manifestazione del Festival di Sanremo, si aprirà poi la fase di negoziazione prevista dal bando - è il commento a caldo del sindaco di Sanremo, Alessandro Mager -.
I paletti fissati dal Comune vertevano sull'obbligo di riconoscere all'amministrazione un corrispettivo di almeno 6,5 milioni, oltre a una percentuale non inferiore all'uno per cento su tutti gli introiti derivanti dai proventi pubblicitari e dallo sfruttamento dei marchi concessi, con l'impegno riprendere e trasmettere le manifestazioni «Sanremoinfiore» e un'altra a scelta del Comune e realizzare e trasmettere in diretta o in leggera differita (a propria cura e spese) almeno altri due eventi da concordare, di cui uno nel periodo estivo. Tra le clausole, anche la facoltà per il Comune, «senza costi, risarcimenti o indennità a carico dello stesso», di interrompere il rapporto con il partner «nel caso in cui una o più edizioni ottengano risultati d'ascolto inferiori di 15 punti rispetto alla percentuale media degli ascolti delle precedenti cinque edizioni del Festival».
E ancora, l'obbligo della partecipazione al Festival dei due vincitori di «Area Sanremo» e dell'Orchestra Sinfonica e l'organizzazione di un evento per la posa, in via Matteotti, della targa del vincitore di ogni edizione del Festival.
«Abbiamo ottemperato a una sentenza del Tar - prosegue Mager - lavorando, come mia abitudine, con grande determinazione e trasparenza fin da subito, con l'unico obiettivo di far crescere ulteriormente il Festival di Sanremo e, con esso, la città».
Il sindaco non nega che i criteri fissati nel bando mirassero «non solo a un maggiore corrispettivo economico per la città, che ritengo assolutamente congruo, ma soprattutto a una crescita del rapporto con il partner individuato attraverso nuovi eventi capaci di generare un nuovo indotto. Certamente - conclude - il fatto che Rai abbia risposto positivamente alla manifestazione è motivo di soddisfazione aggiunta: parliamo del nostro partner storico, con un know-how eccezionale, con cui abbiamo costruito gli straordinari successi degli ultimi anni».
Qualche distinguo arriva però dalla Fimi: «Era evidente a tutti come sarebbe andata a finire con il bando. Questo non toglie che il negoziato sul prossimo festival - avverto il Ceo della federazione dell'industria musicale, Enzo Mazza - non potrà non tenere conto degli investimenti e dei costi sostenuti dalle case discografiche. I rimborsi previsti fino al festival 2024 sono assolutamente insostenibili per major e indipendenti. Va rivisto completamente l'impianto del festival perché tutti i problemi evidenziati, dalla location difficoltosa, i costi esagerati degli alberghi e la dislocazione infelice deve essere rimborsata adeguatamente».
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