L’armonica blues di Fabio Treves fa tappa a San Severino Marche

Fabio Treves
SAN SEVERINO - L’armonica blues di Fabio Treves fa tappa a San Severino Marche. Sabato sera in Piazza del Popolo (ore 21,30, ingresso gratuito) il padre del blues...

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SAN SEVERINO - L’armonica blues di Fabio Treves fa tappa a San Severino Marche. Sabato sera in Piazza del Popolo (ore 21,30, ingresso gratuito) il padre del blues italiano salirà sul palco con la sua Treves Blues Band.

Quando ha incontrato il blues nella sua vita?
«Ero ragazzino, ed erano gli anni ‘60. Mio padre era un collezionista di dischi, quindi in casa girava tanta buona musica. Poi, nel periodo beat, arrivarono tutti i gruppi inglesi che avevano il blues nel loro dna. Fu un incontro casuale, ma del tutto magico. Il blues fa parte della mia vita».
Una carriera costellata di successi e soddisfazioni.
«Direi di sì. Costellata anche di tanti incontri e collaborazioni con artisti famosi. La cosa che più mi ha colpito, in tanti anni di musica, è che la gente si avvicina al blues pensando di approcciare un genere lamentoso, sofferente. In parte è anche vero. Ma poi, dal vivo, la musica esprime tutt’altro».
Su tutti, la collaborazione con Frank Zappa. Cosa ricorda di quei momenti?
«Ci sarebbe da scrivere un libro solo su quello. Zappa è da tutti considerato il genio musicale del ‘900. Con lui potevi parlare di tutto: dalla filosofia, alla musica classica, al rap. Il fatto di essere stato considerato da lui un amico vero, e di essere stato citato nella sua biografia ufficiale, mi inorgoglisce molto».
40 anni di attività. Che bilancio può tracciare?
«Sicuramente positivo. Mi considero un indipendente a tutti gli effetti. Non ho mai seguito logiche commerciali di promozione o produzione, ma ho ascoltato solo la voce del mio cuore. Il blues è musica per gente tosta, per chi non vuole arrendersi. Per chi si rimbocca le maniche e vuole abbattere ogni barriera».
E con Bruce Springsteen come è andata?
«Bruce mi ha detto: “Fabio, hai veramente una grande band”. Aprivamo i suoi concerti, e anche quella è stata un’esperienza che non si può dimenticare. Come il tour con i Deep Purple. Momenti incisi nella memoria». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico