Subsonica, tappa a San Benedetto con la loro bella musica circolare

La band torinese dei Subsonica
SAN BENEDETTO - Si allunga il tour estivo dei Subsonica. La band torinese farà tappa al porto turistico di San Benedetto oggi, venerdì 9 agosto, alle ore 21.30....

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SAN BENEDETTO - Si allunga il tour estivo dei Subsonica. La band torinese farà tappa al porto turistico di San Benedetto oggi, venerdì 9 agosto, alle ore 21.30. Un treno di concerti, quasi sempre sold out, in supporto all’ultimo album dal titolo enigmatico: “8”.

Max, un disco dai riferimenti esoterici?
«No, state tranquilli. Se lo girate al contrario non ascolterete nessun messaggio subliminale. Però il numero 8 ha assunto una particolare simbologia. È il nostro ottavo album e durante la composizione abbiamo visitato Castel dal Monte. Questo disco rappresenta la circolarità della musica».
In che senso?
«Siamo andati a recuperare le sonorità del nostro primo disco. Una scelta dettata anche un po’ dal fatto che alcune sonorità di metà anni ‘90 sono tornate sorprendentemente attuali».
Un modo anche per chiudere con il passato?
«Più che chiudere con il passato, è stata una riflessione spontanea sullo stato di salute di questa band dopo tutti questi anni. Non è comune restare in piedi per 20 anni con la stessa formazione. E senza mai replicare uno stilema all’infinito. Anzi, contaminando e sperimentando continuamente».
Forse qualcuno non credeva nella vostra longevità?
«In un certo senso sì. Confesso, durante le prime date del tour alcuni giornalisti sono venuti a vederci convinti di trovare una band al capezzale. Dopo gli spettacoli abbiamo letto recensioni che parlavano della miglior live band italiana ancora in circolazione. Questo ci ha fatto enormemente piacere».
Questo tour vi ha portato anche all’estero. Che esperienza è stata?
«Molto toccante, perché la tranche europea del tour avveniva proprio in periodo elezioni. Abbiamo potuto vedere con i nostri occhi come i giovani di ogni Paese vivono il loro essere europei, e non è certo il modo con cui si stanno approcciando certe politiche. I ragazzi sono ancora legati ad un sogno europeo rimasto a metà strada». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico