Il musicista marchigiano Clementi dei Massimo Volume spiega via del Pratello, simbolo della cultura giovanile sotterranea di Bologna

Emidio Clementi dei Massimo Volume
SAN BENEDETTO - Musicista e cantante, studioso e insegnante, compositore e scrittore: Emidio Clementi è uno dei personaggi maggiormente duttili della scena culturale...

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SAN BENEDETTO - Musicista e cantante, studioso e insegnante, compositore e scrittore: Emidio Clementi è uno dei personaggi maggiormente duttili della scena culturale italiana. Nato ad Ascoli, cresciuto a San Benedetto, questo personaggio così appassionato ed eclettico, leader del noto gruppo art-rock “Massimo Volume”, da molti anni ha trovato a Bologna il suo habitat creativo ideale. Ed è proprio il capoluogo emiliano a volere che sia proprio lui a celebrare uno dei momenti storici più rappresentativi della Bologna degli ultimi decenni: via del Pratello.

 
Domani pomeriggio alle ore 19, in occasione della rassegna “Oceano di suoni”, curata da Pierfrancesco Pacoda, in diretta streaming dal Teatro Comunale di Bologna ci sarà un nuovo incontro volto alla scoperta della via simbolo della cultura giovanile sotterranea di Bologna. A vent’anni dalla pubblicazione del suo libro più celebre, intitolato proprio “La notte del Pratello”, l’autore Emidio Clementi riporterà il pubblico nel cuore pulsante della Bologna degli anni ‘90. La sua sarà una lettura musicata, in cui sarà accompagnato da Stefano Pilia alla chitarra e all’elettronica e Mattia Cipolli al violoncello. Clementi si rivolgerà a chi ama la città di quegli anni, a coloro che hanno scoperto la vita piena di estro e di socialità che contraddistingueva quel periodo. Un libro, quello di Clementi, che è un romanzo autobiografico pubblicato nel 2001, attraverso il quale l’autore racconta gli anni delle case occupate, proprio quelli in cui prendeva vita l’esperienza dei “Massimo Volume”. 


«Ci voleva questa possibilità in streaming per permettermi di poter salire per la prima volta sul palco del Teatro comunale» dichiara, ricordando invece la sua presenza nell’altro teatro bolognese, il Manzoni, dove ha presentato l’ultimo album della band prima della pandemia, “Il Nuotatore”. Una prima volta da artista al Comunale in cui racconterà, tra musica e parole, quel che ha vissuto in prima persona in uno dei periodi più intensi e pieni di fermento della città. «Erano gli anni della mia gioventù, incredibili, vissuti tra rimpianto ma anche voglia di vivere», ricorda, evidenziando che deve la scoperta di via del Pratello al lavoro che faceva a quel tempo, volto a sgomberare le cantine. «Un ghetto dorato, una fucina di cultura alternativa, un luogo al tempo quasi periferico di Bologna, poi diventato sede di movida», aggiunge Clementi, a proposito di questo appuntamento nell’ambito di una rassegna ispirata al libro “Oceano di suono” scritto nel 1995 dal musicologo e musicista David Toop.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico