Rosalinda Sprint grazie a Cirillo vivrà per sempre come una nuova eroina

Arturo Cirillo nei panni di Rosalinda Sprint
ANCONA - La sua aria fragile e smaliziata, con le gambe nude sotto la mini di lurex e il cespuglio di riccioli biondi, ci colpisce subito. Nel corpo nervoso e con la faccia...

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ANCONA - La sua aria fragile e smaliziata, con le gambe nude sotto la mini di lurex e il cespuglio di riccioli biondi, ci colpisce subito. Nel corpo nervoso e con la faccia asciutta di Arturo Cirillo, Rosalinda Sprint di “Scende giù per Toledo” è creatura forte, essenziale, dentro la bomboniera da postribolo levantino percorsa in lungo e in largo sui tacchi a spillo. E tale si conferma col suo gesticolare geometrico e aereo, mentre la voce in playback, come di racconto fuori scena, enumera le minime, quotidiane incombenze/scocciature di un femminiello dei Quartieri Spagnoli di Napoli. La narrazione, in terza persona anche quando a parlare è Arturo sulla scena, si fa azione come in una sorta di transfert; poi lei si metamorfosa, infilando la vestaglia, nella laida Marlene Dietrich, la maitresse dell'appartamento a ore, e nella Baronessa, barbona immensa. Arturo comunque resta Rosalinda, ed è insieme tutti i personaggi che si incontrano/scontrano con lei e che di lei assumono la leggerezza e il brio infantile.


Come non innamorarsi di questo trans filiforme, delle sue cocenti e fiammeggianti illusioni, dei suoi garbati commenti alle situazioni più violente, che attraversa indenne con la sua natura spontanea e leggiadra, come una Alice partenopea e plebea, spinta da un immenso bisogno di amore. Neanche il padre, che quand'era adolescente gli puntava la pistola contro intimandogli di rinunciare alla sua “diversità”, neanche Gaetano, l'amato non amante, neanche il cugino guappo, con la tragica mascolinità aggressiva, riescono a scalfire questa creatura ossuta e tenera, con gli occhi sgranati e ridenti anche quando il mondo la ridicolizza e strazia.


Dal racconto di Giuseppe Patroni Griffi, del 1975, Arturo Cirillo ha tratto questa pièce teatrale, che nei giorni scorsi allo Sperimentale ha acceso Scena Contemporanea di Marche Teatro, che l'ha coprodotta. E allo scabro realismo barocco del suo linguaggio, il regista-attore napoletano ha attribuito miracolosamente il fascino di un'interpretazione con le ali: senza idealizzarlo, addolcisce il racconto col miele di mirto di una voce emozionante, con la seta autentica delle sue movenze, con la infantile grazia dei suoi sguardi. Anche quando la violenza di alcune sequenze rischia di precipitare lo spettacolo in un vortice di orrore, lei l'esorcizza, rialzandosi, sempre. Invincibile nella sua moralità naturale. E se l'amore non vince affatto, come quasi sempre, a tenerlo in vita è il fatto che lei ci creda, a dispetto delle apparenze. Rosalinda Sprint grazie a Cirillo vivrà per sempre, nuova eroina del teatro, tragica e incantata. Indimenticabile.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico