ROMA - Si definisce un pesce fuor d'acqua, «e proprio per questo Carlo Conti mi ha chiamato», ma nonostante ciò Giovanni Allevi ha accettato per il secondo anno consecutivo...
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Per scegliere tra i 655 giovani che si sono presentati alle selezioni, racconta di essersi soffermato «sugli aspetti tecnico-musicali, premiando il coraggio, la costruzione delle armonie e anche gli arrangiamenti. Ma ho apprezzato anche chi si è proposto solo voce e chitarra». Nella Commissione sanremese si è confrontato con personalità molto diverse tra loro, a partire da Carlo Conti, passando per Rosita Celentano, Piero Chiambretti, Andrea Delogu, Carolina Di Domenico e Federico Russo. «C'è stata una convivenza serena tra noi, un grande rispetto reciproco, soprattutto delle nostre differenze e di questi tempi è valore da riportare alla luce. E poi, davanti al talento c'è indiscutibilità».
È convinto che ad avere vinto sono i ragazzi, comunque «perchè loro stanno sul palco, e io invece sono dietro una scrivania». L'impegno al festival è lo spunto anche per parlare di altro, con l'ironia che caratterizza sempre il Maestro dai ricci ribelli. «Quando andavo a scuola, alle medie e alle superiori, nessuno mi invitava alle feste. Ero sempre quello che rimaneva a casa a studiare. Ieri, invece, mi hanno chiamato per giocare a biliardino - proprio io, che non l'ho mai fatto - e mi sono emozionato».
Alcuni dei suoi pensieri e delle sue riflessioni, dei suoi ricordi dall'infanzia all'adolescenza fino all'età adulta sono stati raccolti anche nel libro appena uscito per RaiEri «Vi porterò con me - La mia vita con la musica», un viaggio a binario doppio nell'avventura artistica e umana di Allevi, raccontati in prima persona dal musicista di Ascoli Piceno e dedicati «a tutti gli incompresi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico