Allevi: "Io giudice senza avere l'attitudine a giudicare"

Allevi: "Io giudice senza avere l'attitudine a giudicare"
ROMA - Si definisce un pesce fuor d'acqua, «e proprio per questo Carlo Conti mi ha chiamato», ma nonostante ciò Giovanni Allevi ha accettato per il secondo anno consecutivo...

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ROMA - Si definisce un pesce fuor d'acqua, «e proprio per questo Carlo Conti mi ha chiamato», ma nonostante ciò Giovanni Allevi ha accettato per il secondo anno consecutivo di far parte della Commissione musicale del Festival di Sanremo. «Proprio io, che non ho attitudine a giudicare gli altri - spiega divertito il musicista, chiamato stasera a valutare insieme agli altri colleghi della Commissione, in diretta tv su Rai1, i 12 ragazzi che si giocano un posto tra le Nuove Proposte del Festival 2016 e impegnato anche ad affiancare Conti nella scelta dei 20 Big -. Anche quando facevo l'insegnante, di musica e di sostegno, davanti ai ragazzi ho sempre avuto difficoltà a decidere cosa fare e cosa non fare. Ho un'indole profondamente democratica. Dover giudicare anche qui a Sanremo è stato molto complicato».


Per scegliere tra i 655 giovani che si sono presentati alle selezioni, racconta di essersi soffermato «sugli aspetti tecnico-musicali, premiando il coraggio, la costruzione delle armonie e anche gli arrangiamenti. Ma ho apprezzato anche chi si è proposto solo voce e chitarra». Nella Commissione sanremese si è confrontato con personalità molto diverse tra loro, a partire da Carlo Conti, passando per Rosita Celentano, Piero Chiambretti, Andrea Delogu, Carolina Di Domenico e Federico Russo. «C'è stata una convivenza serena tra noi, un grande rispetto reciproco, soprattutto delle nostre differenze e di questi tempi è valore da riportare alla luce. E poi, davanti al talento c'è indiscutibilità».

È convinto che ad avere vinto sono i ragazzi, comunque «perchè loro stanno sul palco, e io invece sono dietro una scrivania». L'impegno al festival è lo spunto anche per parlare di altro, con l'ironia che caratterizza sempre il Maestro dai ricci ribelli. «Quando andavo a scuola, alle medie e alle superiori, nessuno mi invitava alle feste. Ero sempre quello che rimaneva a casa a studiare. Ieri, invece, mi hanno chiamato per giocare a biliardino - proprio io, che non l'ho mai fatto - e mi sono emozionato».


Alcuni dei suoi pensieri e delle sue riflessioni, dei suoi ricordi dall'infanzia all'adolescenza fino all'età adulta sono stati raccolti anche nel libro appena uscito per RaiEri «Vi porterò con me - La mia vita con la musica», un viaggio a binario doppio nell'avventura artistica e umana di Allevi, raccontati in prima persona dal musicista di Ascoli Piceno e dedicati «a tutti gli incompresi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico