Rof in miniatura, 42 anni del Rossini Opera Festival raccontati attraverso i modellini delle opere allestite

Una delle miniature esposte a Pesaro alla mostra del Rof: è il “Tancredi” del 1982 di Pier Luigi Pizzi
PESARO - Quarantadue anni di Rossini Opera Festival raccontati attraverso alcuni dei modellini di scena delle principali opere allestite: il 22 settembre scorso ha segnato i...

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PESARO - Quarantadue anni di Rossini Opera Festival raccontati attraverso alcuni dei modellini di scena delle principali opere allestite: il 22 settembre scorso ha segnato i 15mila giorni trascorsi dalla prima rappresentazione in assoluto del Rof: la Gazza ladra del 28 agosto 1980, spettacolo inaugurale dell’edizione numero uno ed è grazie al lavoro dei Laboratori del Rof, se sono stati restaurati ben 24 modellini protagonisti della mostra “Rof 15K. La libertà dello sguardo nell’immaginario visivo rossiniano”, inaugurata ieri al Museo Nazionale Rossini (Via Passeri, 72), che conferma quanto il legame con la città di Pesaro si è affermato e rinnovato quotidianamente da oltre quarant’anni.

 
Visioni e interpretazione
Miniature perfette, spazi scenici spettacolari ancora vivi nella memoria di molti melomani di tutto il mondo, che rivivono e raccontano le visioni e le interpretazioni di decine di registi e scenografi, attraverso straordinari allestimenti che hanno popolato i diversi palcoscenici delle diverse sedi del festival: dal teatro Rossini al vecchio palasport (oggi futuro Auditorium Scavolini), dalla Vitrifrigo Arena all’inedito spazio di Villa Caprile. Modellini che sono stati strumenti di lavoro prima ed ora si trasformano in capolavori di artigianato, che restituiranno allo spettatore la meraviglia del sapere, delle mani e della creazione di mente ed anima che hanno caratterizzato la lunga storia di teatro in musica nella città di Pesaro.


«Per chi ha amato gli spettacoli del Rof, qui ci sono quelli che ci hanno riempito maggiormente di orgoglio, per creatività e innovazione - ha commentato il sovrintendente Ernesto Palacio - Sono convinto che scateneranno tanti ricordi: è un modo per vedere quanto è stato fatto, l’importante bagaglio di lavoro, ma anche una piacevole immersione nel passato per il pubblico che ha avuto modo di vedere per la prima volta in scena anche le opere sconosciute di Rossini». Il curatore della mostra Cristian Della Chiara, ha sottolineato come «celebrare questa ricorrenza attraverso la “libertà dello sguardo” metta in evidenza i tanti e diversi team creativi che hanno partecipato al festival, ognuno con una particolare interpretazione della stessa opera. Da Vick a Fo, da Ronconi a Pizzi, da De Simone a Martone, da Michieletto a Livermore e tanti altri. Su 3 di questi modellini (Mosè in Egitto del 2011, Il barbiere di Siviglia del 2005 e Le nozze di Teti e di Peleo del 2001), avremo la possibilità di approfondire maggiormente la storia attraverso un tour virtuale al loro interno, oltre ad alcuni costumi originali che li accompagnano». Quindicimila giorni in un crescendo della città e del territorio nel mondo, che corrispondono anche a 15mila giorni di lavoro di un festival che ogni giorno non smette di portare avanti l’attività, come ha ribadito il presidente del Rof, Daniele Vimini.


Il video


Al termine dell’esposizione, nell’ultima sala allestita come un mini-teatro, è proiettato un filmato che racconta alcuni degli spettacoli attraverso le parole di Pier Luigi Pizzi (regista), Giovanna Buzzi (costumista), Silvano Santinelli (scenografo costruttore), Vanni Delfini (Delfini Group allestimenti scenici), Cristina e Romolo Sormani (E. Rancati attrezzeria). La mostra seguirà gli orari del Museo Nazionale Rossini e sarà protagonista delle manifestazioni di novembre (morte di Rossini), fino al “non compleanno” di febbraio 2022. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico