SENIGALLIA - «Ritorno a recitare! Ne sono felice. E con Pupi Avati è il massimo!». Rita Caldana interpreta un’intrigante insegnante di matematica nel...
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Una ragazzina non molto bella si innamora del più affascinante della classe, che non la prenderà in considerazione finchè non si troverà in grande difficoltà. «E’ un film sulla attuale situazione di cambiamento strutturale che molti pensano sia materiale, ma è anche spirituale», spiega l’attrice che ama tornare nella sua città natale per trovare un po’ di quiete e serenità. «Ho passato tutta la vita a recitare, cominciando da bambina a 4 anni, quando mettevo in scena Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare nella mia cameretta, da sola o per mia madre e i miei amichetti», racconta. Il grande debutto è arrivato alcuni anni dopo: a 18 anni, a Parigi, con la messa in scena della seconda edizione in francese, di Sade, di Carmelo Bene presentato all’Opèra-Comique, al Festival d’Automne del 1977.
«In seguito - racconta - ho lavorato con Carlo Lizzani e in fiction televisive tra cui Incantesimo, Don Matteo, Carabinieri. Il mio sogno di mezza estate, l’ho realizzato veramente quando il principe Giovanelli mi ha portata al celebre Gala di Monte Carlo. A Roma le feste del principe erano le più belle. La sua scomparsa ha segnato la fine di un epoca in cui c’era voglia di festeggiare. Ora dove ti volti trovi persone che si trovano in grande difficoltà», spiega. Come in questo nuovo film di Avati, che racconta una storia d’amore molto particolare ambientata al giorno d’oggi a Bologna, fra due quindicenni, interpretati da Greta Zuccheri Montanari e Saul Nanni, affiancati da Giulio Scarpati, Ambra Angiolini, Andrea Roncato e Lunetta Savino. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico