Tosca Donati madrina d'eccezione per i sedici finalisti di Musicultura

Tosca Donati
RECANATI - Simone Cristicchi, Mannarino, Pacifico, Gian Maria Testa e tra gli ultimi Maldestro: sono davvero moltissimi i big della canzone d’autore italiana transitati...

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RECANATI - Simone Cristicchi, Mannarino, Pacifico, Gian Maria Testa e tra gli ultimi Maldestro: sono davvero moltissimi i big della canzone d’autore italiana transitati da Musicultura, il festival della canzone d’autore e popolare italiana da 28 anni tra i più accreditati a favorire il ricambio generazionale nella musica di qualità. A partire dalle 21 di domani, sarà possibile ascoltare al teatro Persiani di Recanati i sedici finalisti. 

Non poteva esservi madrina più giusta di Tosca per la serata. In diretta streaming su Radio Uno Rai sarà così possibile ascoltare la performance dell’artista romana in acustico.
Ha mai partecipato a Musicultura?
«Sì, con Lucio Dalla e poi assai più di recente. Ma il motivo principale per cui sono contenta di essere qui è per lo scambio che si sta creando tra il vostro festival e il mio Laboratorio di alta formazione Officina Pasolini».
Che cos’è?
«Nato grazie alla Regione Lazio e al Fondo sociale europeo, si ispira alle Maison de la culture francesi ed è destinato a 75 ragazzi divisi in tre sezioni coordinate da me, Massimo Venturiello e Simona Banchi».
Qual è l’obiettivo che vi prefiggete?
«Creare un vero luogo di appartenenza e di confronto per i talenti che vogliano conoscere il mestiere dell’artista e di tutto ciò che gli ruota intorno».
Quindi niente talent show?
«Esatto. Anche se non conta stabilire se i talent siano buoni o cattivi, è pur vero che negli ultimi vent’anni è contato solo l’aspetto commerciale, in cui i giovani erano pedine di un ingranaggio che andava oltre la logica della musica».
Ci sono limiti d’età?
«Sì, dai 18 ai 29 anni come priorità, ma possiamo arrivare ai 32-33».
Tra i vostri allievi qualcuno è venuto anche a Musicultura?
«Sì, ad esempio Gabriella Martinelli e poi Naima, due artiste che stanno già camminando».
Quest’anno ci sono più finaliste che finalisti: secondo lei è un buon momento per le voci e le autrici?
«Direi proprio di sì».
Che cosa dobbiamo aspettarci dalla sua esibizione di domani sera?

«Tutto nasce tre anni fa con il progetto di tre anni fa che si chiamava “Il suono della voce”, il titolo del brano che ha scritto per me Ivano Fossati, il più grande produttore per le donne. Da lì è partito il mio nuovo spettacolo “Appunti musicali dal mondo”, che presto mi porterà in Brasile, Israele, Francia, dopo la Tunisia, una terra che ho amato molto». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico