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RECANATI - Ciò che ad alcuni potrebbe sembrare una profanazione, una mostra di arte contemporanea nelle sale della biblioteca in cui Giacomo si formò e affinò il suo genio, può spiegarsi con una sottile osservazione di Leopardi sullo Zibaldone: “All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose”.
Il titolo
Calzante è il titolo scelto per la mostra “Io nel pensiero mi fingo”, da un verso de “L’Infinito”.
La riflessione
«Gli spazi della biblioteca sono luoghi vivi, non soltanto per il pubblico o gli studiosi, ma soprattutto – è la riflessione della contessa Olimpia - perché hanno continuato a produrre cultura nel rispetto dello spirito che li ha visti nascere. Ciò che ha sempre contraddistinto l’opera svolta dalla famiglia Leopardi, sin dal gesto rivoluzionario del conte Monaldo, padre del Poeta, di aprirne le sale ai cittadini nel 1812, è quello di rendersi luogo di scoperta, territorio libero per un dialogo sul senso stesso della vita». (Info: orario di apertura tutti i giorni dalle 9,30 al 17,30. Tel. 0717573380. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico