ASCOLI - Tanti i marchigiani presenti a Sanremo tra concorrenti, autori, direttori d’orchestra e ospiti. Il podio spetta all’urbinate Raphael Gualazzi che...
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A tutto ritmo con “Carioca”
Anche se nessuno dei marchigiani coinvolti in quest’ultima edizione sanremese è salito sul podio, non si può certo dire che i nostri corregionali non abbiano ricevuto il gradimento sperato dalla kermesse festivaliera, tra premi, riconoscimenti e successi personali. È accaduto all’urbinate Raphael Gualazzi, in gara con il brano “Carioca” che, ascolto dopo ascolto, ha conquistato il pubblico e le giurie avvicinandosi alla “top ten” della classifica, sbaragliando molti concorrenti temibili. Assente dalla manifestazione canora da sei anni il pianista e cantante ha trascinato la platea dell’Ariston con un pezzo dal ritmo travolgente. «Il brano che ho scelto definisce gli abitanti di Rio de Janeiro e va rappresentare la tipologia di un personaggio che vive alla giornata, ma dentro non c’è solo il Brasile, c’è un viaggio che è soprattutto interiore», ha spiegato l’artista, di cui è appena uscito l’album, “Ho un piano”e che lo scorso giovedì aveva incantato il pubblico televisivo con una magnetica interpretazione in chiave jazz di “E se domani”, accanto a Simona Molinari.
Disco e tour per Gualazzi
«Come sempre alla prima uscita all’Ariston c’è una grande emozione – ci ha detto Gualazzi al telefono – poi è prevalsa la voglia di divertirsi. E così è stato. So che è stata apprezzata l’ultima esibizione con i ragazzini talentuosi della scuola di danza di Genova: sono una vera forza». Alla domanda quale altro artista ha apprezzato ha risposto sicuro «Rancore». Tanti marchigiani, ma in realtà, confessa l’artista, ne ha visti ben pochi perché le giornate erano caratterizzate dalle continue prove. L’unico incontro quello con Ivan Cottini, anche lui urbinate, con in quale ha voluto fare un selfie. «Ora sono molto concentrato sulla mia prossima avventura – ha affermato il cantautore – Dopo l’uscita del mio album “Ho un piano” sto preparando il tour estivo. La prima tappa sarà il 26 aprile al Teatro La Fenice di Senigallia. Poi ci saranno Milano, Torino, Bari e Roma e tante altre».
Dardust e compagni
Anche all’ascolano Dardust ha portato bene la serata delle cover dello scorso 6 febbraio quando, accanto a Rancore, in gara grazie al brano scritto a 4 mani con lui intitolato “Eden”, ha presentato una particolare versione di “Luce (Tramonti a Sud –Est) di Elisa con la partecipazione de La Rappresentate di Lista. Un risultato che ha aiutato a far salire le quotazioni del pezzo inserito tra le esibizioni dei Campioni e che in graduatoria alla fine si è piazzato ottimamente, in decima posizione. Non solo. Rancore si è aggiudicato il prestigioso premio “Sergio Bardotti”, riservato ogni anno al miglior testo, quest’anno andato proprio ad “Eden”, brano scritto dal rapper romano con Dardust e già ascoltatissimo ovunque. E sempre a proposito di passaggi radiofonici, va già forte l’altro brano in gara di Dardust, realizzato con Mahmood a favore di Elodie, “Andromeda”, classificatosi settimo dopo essere stato altissimo nei giorni precedenti nella graduatoria del festival.
Il caso degli Eugenio in Via Di Gioia
E ancora, allori sono andati pure agli Eugenio in Via Di Gioia, alla kermesse presente tra le nuove proposte con un pezzo co-firmato con Dardust e subito buttati fuori dalla gara. Nonostante la loro sia stata la partecipazione più breve della storia del Festival, dato che si sono esibiti per primi in assoluto e immediatamente eliminati, dopo appena dopo sette minuti, la loro “Tsunami” ha ricevuto il Premio della Critica Mia Martini, grazie ad un brano gioioso che ha colpito persino Adriano Celentano e che a qualche giorno dalla fine del festival tutti già canticchiano. «Sono molto orgoglioso dei viaggi musicali sanremesi e non c’è podio che tenga alla ricchezza che porto a casa», afferma Dario Dardust Faini alla fine di questo viaggio, ringraziando gli interpreti delle sue canzoni, Mahmmod, partner professionale prezioso e la fermana Sylvia Catasta, chiamata da lui a dirigere l’orchestra nell’esecuzione del brano di Elodie. Applausi anche per Beatrice Antolini, la musicista maceratese ha diretto l’orchestra per Achille Lauro.
E poi Munda e Romitelli
Sanremo 2020 ha puntato i suoi riflettori anche su Tecla, seconda classificata tra i giovani e vincitrice dei premi Enzo Jannacci e di quello della Sala stampa “Lucio Dalla”. Il riconoscimento dedicato alla figura di Iannacci, in particolare, è stato assegnato alla giovane interprete e alla sua canzone “8 marzo”, scritta da due talentuosi compositori e autori marchigiani, il fermano Emilio Munda e il civitanovese Piero Romitelli “per aver raccontato il ruolo della donna spesso inserito in difficili contesti sociali con una canzone ben scritta, dai toni lievi ed eleganti, cantato con bellissima vocalità e talento”. Romitelli quest’anno era in gara anche come co-autore del pezzo del lanciatissimo Alberto Urso “Il Sole ad Est”, piazzatosi al quattordicesimo posto.
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Corriere Adriatico